Violamania:| Adrian, quanti ricordi...
La sosta per gli impegni delle Nazionali per le qualificazioni ad Euro 2012 ha consentito di dare maggior risalto, soprattutto in ambito cittadino, alla splendida iniziativa della Fiorentina, che dall'estate 2010 si è voluta legare all'associazione benefica Save the children. In un mondo del calcio in cui contano soprattutto i risultati e i traguardi sul campo, la società viola è un esempio da questo punto di vista, dato che ci tiene a trasmettere ai suoi tifosi valori e riflessioni che dovrebbero essere raccolti su larga scala. Proprio un anno fa, mentre la Fiorentina si legava a tali progetti, purtroppo decise di togliere dal mercato uno dei pochi talenti della propria rosa, nel momento esatto in cui uno dei giocatori su cui si intendeva costruire il proprio futuro, cioè Jovetic, si infortunò gravemente. Visto poi qual è stata la successione di eventi, dai cazzotti al cameriere kosovaro alle fughe dagli spogliatoi, quella decisione di scommettere ancora su Adrian Mutu, su cui fra l'altro pendeva anche parte della squalifica per doping, non si rivelò molto felice. Eppure farà un certo effetto ritrovarselo come avversario, domenica prossima, quel numero dieci che per tanto tempo ha fatto dormire sonni tranquilli alla tifoseria viola. Sì, perchè con Mutu in campo, pur essendo noto in città che il rumeno era un tipo dalle abitudini piuttosto dissolute, il supporter gigliato sapeva che qualcosa - spesso di magico - poteva inventare.
Il 32enne di Calinesti, negli anni magici in cui la Fiorentina conquistava le quattro qualificazioni consecutive alla Champions League al netto delle penalizzazioni di Calciopoli, era quell'ingrediente segreto che rendeva il piatto cucinato da Prandelli fra i più prelibati della serie A. Ci sono partite indimenticabili con Mutu in campo, e sarebbe fare un torto al 'Fenomeno' citare solamente le tre perle nel famoso 3-3 di Genova contro i rossoblù di Gasperini (stagione 2008-2009), o le due magie nella notte di Eindhoven, quarto di finale del 10 aprile 2008. Rimpiangere oggi Mutu sarebbe un errore, soprattutto perchè la sua storia calcistica con la Fiorentina si era praticamente interrotta nel momento stesso in cui fu trovato positivo alla sibutramina, ma sarà comunque bello domenica dedicargli un coro e abbracciarlo idealmente come ai vecchi tempi. Ad ereditare non la maglia numero dieci - finita sulle spalle di Santiago 'El Tanque' Silva - ma l'affetto e le speranze dei tifosi della Fiorentina è stato sicuramente Stevan Jovetic. Aver rivisto il montenegrino già in buone condizioni di forma, dopo un anno di stop, fa sicuramente ben sperare, così come i segnali giunti, anche se non ancora del tutto positivi, sulla possibilità che il montenegrino prolunghi il contratto in scadenza.
Proprio intorno a Jovetic sembra voler costruire il proprio progetto futuro la famiglia Della Valle ,che fra il sogno di una nuova piccola Cittadella in zona Novoli-Olmatello, e il rilancio delle ambizioni sportive, ha chiesto in questa stagione il salto di qualità soprattutto a Sinisa Mihajlovic, il quale deve pensare, specie alla luce del prolungato stop di Alberto Gilardino (ritorno previsto ad inizio novembre) ad una migliore collocazione tattica dell'ex talento del Partizan Belgrado. Se il tecnico serbo libererà da compiti tattici specifici Jovetic, lasciandogli quella stessa libertà 'folle' che aveva in maglia viola Adrian Mutu, allora la Fiorentina potrà pensare di risalire la classifica di un campionato in cui per adesso domina la mediocrità. Sperare in una formazione gigliata vincente, e dalla personalità spiccata, al 'Dino Manuzzi' domenica prossima, è quello che ci vuole per dimenticare in fretta questa attesa da ripresa del campionato, in cui la sconfitta casalinga contro la Lazio ha lasciato brutti pensieri e scorie che vanno subito cancellate.