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    Violamania: con il Milan la vittoria della svolta, niente proclami ma vogliamo rinforzi sul mercato

    Violamania: con il Milan la vittoria della svolta, niente proclami ma vogliamo rinforzi sul mercato

    • Giacomo Brunetti
    Era proprio quello che ci voleva. E visto l'andamento della gara, in pochi ci avrebbero sperato. Quella che si mostrava come una Fiorentina schiacciata dall'avversario, nuda nelle proprie difficoltà come spesso accaduto negli ultimi due mesi e mezzo, si è riscoperta quella squadra capace di inanellare sei vittorie consecutive nel momento più aulico della cavalcata nella scorsa stagione. Proprio come allora, in un match dove le emozioni le ha create il Milan, è bastato un lampo per accendere la fiammella e far sentire Firenze unita in un solo grido: "Con il numero 25, Federico... Chiesa!".

    Il saluto a Davide, rituale ottemprato anche da Stefano Pioli, è l'immagine che chiude un'impresa, quella di 'San Siro', che riporta la mente a quando Amauri fece impallidire i rossoneri. Stavolta ci ha pensato un giocatore completamente diverso, l'uomo più atteso che, fino a quel momento, avrebbe meritato un 4 in pagella semmai fosse stato pervenuto. Invece si è accentrato, ha saltato Calabria e ha silurato Donnarumma. Gigio ha perso il confronto con il coetaneo Lafont: tra i due portieri più giovani del campionato, il francese è risultato il più decisivo a Milano. Vuoi perché la Fiorentina non ha praticamente mai tirato in porta, vuoi perché finalmente Lafont ha sfoderato interventi decisivi, prolungamento della parata su Caputo nel derby contro l'Empoli.

    Nota lieta è tornata la difesa: certo, Lafont ha parato molto e il Milan, soprattutto con Calhanoglu, ha sbagliato altrettanto; certo, Gattuso ha dovuto inventarsi di sana pianta il centrocampo, affidarsi a un claudicante Higuain e rivoluzionare l'ecosistema della formazione titolare. Hugo è stato un muro, riprendendosi dopo alcune uscite non esattamente perfette. Anche Milenkovic è stato in assoluto tra i migliori, così come Veretout. Là davanti, tra mille difficoltà, per una volta è bastato lo spunto dell'unico fenomeno in squadra.

    Adesso il Natale fa sognare. La zona Champions League dista solamente tre punti, ma guai a far proclami o montarsi la testa. La vittoria di 'San Siro' non deve illudere, la crisi del gioco non è ancora finita e un gennaio senza rinforzi getterebbe tutto alle ortiche. Due partite contro Parma e Genoa per chiudere l'anno nel migliore dei modi: lanciarsi, in un campionato dove le competitors e non solo stanno faticando, e magari rimpinguare il tasso tecnico, potrebbe regalare a Firenze un bel gioiello inaspettato di stagione.

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