Violamania: 3,2,1... Muriel! Alternative per Pioli, sveglia per l'attacco
Neanche una settimana fa sembrava un miraggio: l'arrivo di Luis Muriel alla Fiorentina appariva come una delle tante piste seguite nell'avvicinamento alla finestra invernale, fatta di intese, intuizioni e compromessi. Tra altri obiettivi e corteggiamenti ben più remunerativi, l'attaccante arrivato dal Siviglia aveva dato la parola ai viola e, come accaduto con Pjaca in estate, l'ha rispettata. Poteva andare al Milan, ha scelto Firenze, che ormai aspettava Gabbiadini, in un gioco di accordi pronti a saltare.
La Fiorentina ha piazzato il primo colpo a sessione neanche aperta: un vero acquisto, sebbene lo stato di forma rappresenti comunque una scommessa. Muriel non ha mai segnato molto, non è il tipico bomber di razza. Anzi, è atipico, un giocatore offensivo duttile che porta in serbo a Pioli una vasta gamma di scelte. Un ingaggio che alimenta alternative e mette in discussione coloro che, tra crisi personali e difficoltà corali, si erano adagiati fino a sbattere sul fondo. Pjaca, Simeone e non solo, tutti sugli attenti con l'arrivo del colombiano.
Un segnale di presenza, di ammissione dei propri errori e delle lacune che la squadra ha palesato. Nella corsa all'Europa, Muriel sarà fondamentale per rinsavire un reparto che sta soffrendo e non poco. Chiesa da solo non basta, ha bisogno di un partner che garantisca qualità. L'esperienza e le capacità del colombiano al servizio della squadra, tra esclusioni e cambi di modulo. Il primo tassello per raggiungere le proprie ambizioni in un campionato dove anche le avversarie latitano, sobbalzando tra alti e bassi in un delirio di scenari che mutano giornata dopo giornata.
La formula è quella giusta, quella dei già citati compromessi di gennaio. Prestito oneroso con diritto di riscatto: al di là del paventato "obbligo morale" nel riscatto del cartellino in caso di qualificazione europea, in caso di flop - e non sarebbe il primo stagionale - rispedirlo al mittente sarebbe un attimo. E sui sedici milioni, in caso vada bene, è sempre possibile ottenere uno sconticino. La paura più grande è rappresentata dalla forma fisica, quella "pancetta" spaventa i tifosi: l'incognita più grande, il talento non manca ma spesso è stato frenato. Muriel per l'attacco, ma il mercato non si ferma: servono rinforzi e la società lo ha capito.
La Fiorentina ha piazzato il primo colpo a sessione neanche aperta: un vero acquisto, sebbene lo stato di forma rappresenti comunque una scommessa. Muriel non ha mai segnato molto, non è il tipico bomber di razza. Anzi, è atipico, un giocatore offensivo duttile che porta in serbo a Pioli una vasta gamma di scelte. Un ingaggio che alimenta alternative e mette in discussione coloro che, tra crisi personali e difficoltà corali, si erano adagiati fino a sbattere sul fondo. Pjaca, Simeone e non solo, tutti sugli attenti con l'arrivo del colombiano.
Un segnale di presenza, di ammissione dei propri errori e delle lacune che la squadra ha palesato. Nella corsa all'Europa, Muriel sarà fondamentale per rinsavire un reparto che sta soffrendo e non poco. Chiesa da solo non basta, ha bisogno di un partner che garantisca qualità. L'esperienza e le capacità del colombiano al servizio della squadra, tra esclusioni e cambi di modulo. Il primo tassello per raggiungere le proprie ambizioni in un campionato dove anche le avversarie latitano, sobbalzando tra alti e bassi in un delirio di scenari che mutano giornata dopo giornata.
La formula è quella giusta, quella dei già citati compromessi di gennaio. Prestito oneroso con diritto di riscatto: al di là del paventato "obbligo morale" nel riscatto del cartellino in caso di qualificazione europea, in caso di flop - e non sarebbe il primo stagionale - rispedirlo al mittente sarebbe un attimo. E sui sedici milioni, in caso vada bene, è sempre possibile ottenere uno sconticino. La paura più grande è rappresentata dalla forma fisica, quella "pancetta" spaventa i tifosi: l'incognita più grande, il talento non manca ma spesso è stato frenato. Muriel per l'attacco, ma il mercato non si ferma: servono rinforzi e la società lo ha capito.