Calciomercato.com

  • AFP/Getty Images
    Vincere la Coppa di Russia, retrocedere e fallire in 5 anni: la discesa del Tosno

    Vincere la Coppa di Russia, retrocedere e fallire in 5 anni: la discesa del Tosno

    • Stefano Benzi
    Vincere la Coppa di Russia, retrocedere e fallire: il tutto nello spazio di venti giorni e in soli cinque anni di storia. Il Tosno non si è davvero fatto mancare niente sotto l’aspetto delle emozioni forti. 

    Una squadra giovane che apparentemente aveva alle spalle capitali e progetti importanti in una provincia ricca, quella della Leningrad Oblast, la grande Leningrado. Il distretto Tosnesky è in pratica un grande sobborgo della vicina San Pietroburgo, una città nata come dormitorio dei funzionari militari e di partito. Casermoni e poche fabbriche: un conglomerato di piccole città di 10-15mila abitanti tutte estremamente squadrate e identiche l’una all’altra. 

    Tosno, il capoluogo del distretto, è a una sessantina di chilometri di San Pietroburgo, la vecchia Leningrado, della quale rimane traccia solo nella nomenclatura geografica. La città ospita appena 30mila abitanti e non ha molti motivi per essere famosa: c’è un piccolo museo, una bella cattedrale, qualche monumento della seconda guerra mondiale – perché tra queste campagne morirono a decine di migliaia nella strenua resistenza di Leningrado ai nazisti. Tosno è conosciuta per una grande fabbrica della Caterpillar (uno stabilimento che nel periodo sovietico produceva armi e che è stato riconvertito). E non c’è altro da dire. 

    Per lo meno fino al 2013 quando un imprenditore locale, Viatcheslav Matyushenko, decide di creare una società di calcio con l’obiettivo di arrivare entro cinque anni in massima serie. Fedele alla pianta industriale della città Matyushenko viene soprannominato il Caterpillar perché per mettere in piedi il club sfonda a testate qualsiasi porta e qualunque muro. Non c’è lo stadio ma il fondatore, che è il titolare di una finanziaria, la FortGroup, parte dal gradino più basso, la terza divisione, i 512esimi di finale di Coppa di Russia: seguono ventidue partite senza sconfitte, poi l’allenatore se ne va per divergenze con la dirigenza. L’FC Tosno è iscritto alla Vtoroj Divizion, la terza divisione, il gradino più basso del professionismo. Dopo solo un anno sale in Russian National Football League in quella che è definita Pervenstvo Futbol'noj Nacional'noj Ligi, la seconda divisione. 

    Lo stadio ancora non c’è anche se ne frattempo è arrivato il progetto: la squadra riesce a portare a San Pietroburgo, allo stadio Petrovski – lo stesso dello Zenit – circa cinquemila persone. 
    Lo scorso anno il clamoroso colpo di scena, il Tosno sale in Premier. Gli sponsor scarseggiano, il pubblico è quello che è, le spese aumentano: Matyushenko, che vanta molte conoscenze importanti, riesce a convincere due banche a coprire una linea di credito necessaria ad allestire una squadra competitiva. La cosa sta in piedi fino a dicembre poi i primi stipendi che cominciano a ritardare: prima quelli dei dipendenti, poi quelli dei giocatori. I fornitori – alberghi, compagnie aeree e lo stesso Zenit che affitta al Tosno lo stadio - non vedono un rublo. I giocatori da gennaio non percepiscono più un soldo: non solo, devono autofinanziarsi pranzi e cene in ritiro. I pochissimi soldi sono contingentati per pagare le trasferte. Eppure, nonostante questo, la squadra riesce a vincere la Coppa di Russia: prima elimina lo Spartak Mosca ai rigori e poi batte 2-1 l’Avantgard Kursk, una squadra di seconda divisione. Si pensa che il bonus della Coppa possa colmare i debiti: nemmeno per idea… i soldi se li tiene la Lega che a sua volta vantava crediti dal Tosno. 

    La squadra senza soldi e senza stipendio si trascina fino alla fine della stagione: ultima giornata di campionato… occorre una vittoria per agganciare almeno i play out. Finisce 5-0 per l’UFA che inseguiva un piazzamento in Europa League. Quella stessa Europa League cui il Tosno avrebbe diritto dopo aver vinto la Coppa: ma non c’è lo stadio, non sono state versate le contribuzioni né alla Federazione russa né alla Uefa che due giorni dopo la retrocessione esclude il Tosno dalla competizione. In Europa League vanno Krasnodar, UFA e San Pietroburgo. Una beffa atroce. Martedì sera i giocatori si riuniscono e decidono di scrivere una lettera a Putin, grande appassionato di calcio, perché faccia in modo che i soldi dovuti arrivino e che la squadra non debba rinunciare a tutto. Non si sa se e cosa Putin risponderà. Ormai è troppo tardi.

    Viatcheslav Matyushenko si limita a dire… “sono finiti i soldi, ho investito tutto quello che avevo anche a titolo personale ma sono rimasto solo”. Molti invece accusano l’imprenditore di eccessivo protagonismo e di scarsissima organizzazione. 

    La squadra retrocessa in seconda divisione è già stata respinta in terza perché le coperture economiche non sono sufficienti. I giocatori probabilmente saranno lasciati liberi di cercarsi un’altra squadra, tra questi il veterano Pogrebnyak, 33 partite con la maglia della nazionale: “Sono arrivato quando era piena crisi, non ho preso un soldo ma non è questo l’importante – dice il giocatore – non per me per lo meno. Ho visto giocatori dare l’anima per la squadra con poco pubblico e senza stipendi. Spero che la Federazione russa pensi a casi come questi e istituisca un fondo di protezione”. 

    Ironia della sorte… mentre con ogni probabilità il Tosno scomparirà entro il 14 giugno, i lavori al suo nuovo stadio stanno andando avanti: sono stati pagati in anticipo. 

    Altre Notizie