Vignato sembra David Silva, ma il dieci in U21 ce l’ha Cutrone...
LA PARTITA DEI TRE ASSIST - Bologna-Fiorentina è stata dunque la partita dei tre assist di Vignato, non della tripletta di Palacio. O dei tre e 1/2, considerandone anche un quarto, altrettanto magistrale, sprecato malamente da Barrow nel corso del primo tempo. E dire che nei primi 15 minuti il talento classe 2000 del Bologna non sembrava proprio coinvoltissimo. “Non era facile perché ha sempre giocato esterno”, ha dichiarato il tecnico serbo nel post partita. In effetti Vignato trequartista nel 4-2-3-1 rossoblù sembrava un po’ fuori dal gioco, all’inizio. Le numerose assenze a centrocampo (Dominguez, Schouten, Medel), costringendo Mihajlovic ad abbassare Soriano nel doble pivote accanto a Svanberg, lasciavano scoperta proprio quella posizione. Così Vignato è stato utilizzato sotto Palacio, tra Orsolini a destra e Barrow a sinistra. Ma in maniera fluida, come piace al Bologna. Emanuel tuttavia ha interpretato il ruolo a suo modo. Se da un lato in fase offensiva si sentiva la mancanza dei movimenti senza palla di Soriano, giocatore che ama l’invasione diretta verso la porta, lo squarcio verticale, così com’è vero che in quella difensiva il Bologna sembrava un po’ meno incisivo e ‘adulto’ nella prima pressione, Vignato d’altro canto infittiva le soluzioni sul centrodestra, orbitando fra trequarti e fascia, e scambiandosi opportunamente con Orsolini, come nell’azione del primo gol.
IL PRIMO ASSIST-
La fluidità del gioco del Bologna è qui ben rappresentata. Vignato si apre per ricevere il pallone da Svanberg, mentre Orsolini e Barrow vanno a occupare il centro dell’attacco. Adesso Vignato è nel suo habitat.
E grazie al movimento chiave di Svanberg, un movimento non scontato e anzi sempre molto coraggioso dato che si tratta di uno dei due interni di centrocampo, ecco aprirsi un ventaglio di possibilità per il talentino rossoblù. Uno, giocare semplice, corto e in orizzontale sul primo incontro dello svedese: dunque dentro al cerchio di giocatori in maglia bianca. Due, giocare dietro al sostegno Tomiyasu. Tre, aspettare il taglio interno-esterno di Svanberg stesso per avere un vertice relativo.
Vignato sceglie la terza opzione, dopo una pausa e una finta d’attesa su Biraghi. Chiede l’uno-due a Svanberg col mancino, e il centrocampista gliela restituisce col tacco.
Guardate in questo preciso momento com’è stato smontato il centrocampo della Fiorentina, com’è crollato per 2/3 sulla linea dei difensori. Guardate dove si trova Pulgar (portato là dal movimento di Svanberg), dove Amrabat (preoccupato dalla posizione di De Silvestri) e dove Bonaventura (tagliato fuori dalla combinazione e seminato dalla conduzione di Vignato).
Ma fin qui è tattica, poi serve la qualità sulla trequarti. L’occhio e il piede del Cherubino.
Il piede ‘debole’.
Questo non è nemmeno un filtrante perpendicolare alla corsa di Vignato, come si poteva pensare vedendolo in diretta. Questa palla va avanti ma seguendo un angolo incredibile. Il filtrante non corre tra Milenkovic e Pezzella, ma addirittura tra Pezzella e Caceres. Questi giri non sono giusti, sono divini.
L’ASSIST SCIUPATO DA BARROW - Poteva essere addirittura la partita dei 4 assist, dicevamo, ma il Bologna è voluto rimanere fedele a sé stesso in un certo senso, e Barrow ha sciupato tutto, solo davanti al portiere. Ecco l’azione perduta. Di nuovo fluidità: Palacio dalla sinistra trova al centro Vignato, che si appoggia a Soriano di prima.
Scambio corto tra i due, per sfruttare la superiorità numerica centrale su Caceres. Orsolini taglia, mentre Barrow a sinistra è seguito da Pulgar. Venuti e Milenkovic stanno provando a rientrare sotto la linea della palla.
Stesso pattern di prima, posizione diversa: triangolazione e filtrante. La triangolazione ricercata da Vignato avviene ora lungo l’asse centrale grazie al cambio di direzione di Orsolini.
L’assist che esce dal piede di Vignato (il destro stavolta) è un altro capolavoro. Un capolavoro di prima, che testimonia la sua completa padronanza dei tempi di gioco.
IL SECONDO ASSIST - Anche nell’azione del raddoppio del Bologna, troviamo un movimento chiave di Svanberg. Lo svedese viene premiato da Orsolini dopo aver superato la prima linea difensiva costituita dai due attaccanti del 5-3-2 di Iachini. Sono cose di questo genere che rendono il Bologna una squadra congeniale allo stile di gioco di Vignato.
Grazie infatti a questa salita graduale del pallone, Vignato può essere servito dove può far male. Parlavamo di una certa ricchezza di soluzioni sul centrodestra, nell’introduzione.
Eccolo qui Vignato che, suola sul pallone, alza la testa per prendere informazioni dai compagni. Sta leggendo gli spazi e il comportamento di Palacio, non sta semplicemente pensando al cross.
L’intesa è perfetta perché è l’incontro luminoso tra un maestro del movimento (Palacio) e un maestro del tocco (Vignato).
IL TERZO ASSIST - Quanto visto sarebbe già sufficiente per lasciarci un’idea del talento di Vignato. Nondimeno Emanuel è andato oltre, serbandoci per ultima, in una sorta di crescendo, la giocata forse tecnicamente più sopraffina: il terzo assist.
A testa altissima, interpreta il taglio di Orsolini in relazione all’effetto che provoca su Milenkovic: è un fare-spazio-per, non solo un attacco della profondità. Vignato coglie questa sfumatura e la trasforma in un corridoio. Resta da fare la cosa più difficile. Imprimere forza e velocità a questo pallone e allo stesso tempo mantenerlo rasoterra. Comodo per un controllo ma impossibile da intercettare.