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Vignato è la luce del Bologna, fra 'caso talpa' e ko con l'Inter
Vignato nasce a Negrar, cittadina in provincia di Verona, nel 2000, uno dei vari millennials che si affacciano al mondo del calcio. Cresce tra le fila del Chievo, fa la trafila completa e si distingue come un jolly di attacco, giostrandosi tra trequarti e fascia avanzata. L’esordio nella massima serie è contro un avversario di buon prestigio. Il 20 maggio 2017, a soli sedici anni, debutta contro la Roma, in una sconfitta per 3-5 per i clivensi. La stagione successiva è tra i protagonisti della squadra Primavera, mentre nel 2018-2019 accumula minutaggio importante. Arriva anche la prima marcatura, realizzata contro, guarda caso, la Lazio. Di Carlo gli dedica tutto il finale di stagione di un Chievo già condannato alla cadetteria.
L’annata decisiva è il 2019-2020, quella segnata dalla pandemia con cui stiamo ancora combattendo. Lui, invece, combatte per riportare i veronesi in A, ormai impiantato perfettamente tra i titolari. L’andamento, in generale, è positivo: 32 presenze, 5 gol e 3 assist. Il Chievo, tuttavia, perderà ai playoff. A inizio 2020, l’acquisto dei felsinei, che lo lasciano a Verona per concludere l’annata. Ora, l’opportunità con Sinisa Mihajlovic al Bologna, uno che coi giovani ci sa fare: vedasi Donnarumma. Fin qua, un complessivo di 83’ e sabato sera, quando va in gol in modalità flash. Un gol che riapre le ostilità, reso poi inutile da un Hakimi in stato di grazia. Lui intanto, però, si gode il momento. “Mi porterò il gol dietro per sempre, sono molto felice”. Dichiarazioni brevi e sintetiche, per un elemento che potrebbe rappresentare un’arma in più per il futuro.
Mentre si cerca di acchiappare la talpa, Vignato sgomita per ritagliarsi ancora più spazio. Lecito attendersi sorprese: Mihajlovic sa sempre stupire per le sue scelte.