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    Vieira: 'Via dalla Juve subito, non volevo finire in B! Razzismo? Italia ignorante, Bonucci su Kean...'

    Vieira: 'Via dalla Juve subito, non volevo finire in B! Razzismo? Italia ignorante, Bonucci su Kean...'

    Ora allenatore del Nizza, prima del New York FC e delle giovanili del City, prima ancora centrocampista di Juventus e Inter. Patrick Vieira, nel giorno del Derby d'Italia, parla a la Gazzetta dello Sport della sfida tra le sue due ex squadre: "Lo seguirò con attenzione. La Juventus è la società più strutturata tra quelle dove ho giocato. Dalla dirigenza ai tifosi, tutti hanno chiaro il ruolo. E i giocatori sanno di venire dopo l’istituzione. E’ una forza che permette al club di restare ai vertici. Da Torino me ne andai subito, ma a fine carriera non volevo giocare in B. Ho avuto la fortuna di andare all’Inter, un club più familiare ma che manca di rigore". 

    SULLA PARTITA - "Sarà una battaglia. Nessuno vuole perdere. In ballo c’è pure l’onore, in campo e sugli spalti. Magari l’Inter rischia di più, ma la Juve non farà la distratta. Serie A? Sta tornando agli antichi splendori. Ma è soprattutto la Nazionale di Mancini a indicare la giusta direzione: gioca in modo offensivo, per vincere con i giovani. Che di solito hanno poco spazio in Serie A perché c’è molta pressione, paura di sbagliare e rischiare. Di talento invece ne avete". 

    SULLA JUVE PLURISCUDETTATA - "Capita pure in Francia con il Psg, in Spagna con il duo Real-Barcellona, in Germania con il Bayern. La Juve lavora meglio, si rinforza bene. Il Milan paga la ricostruzione, l’Inter non si è ripresa dai tempi di Mourinho. Ma in genere, in Italia si ragiona troppo sul breve periodo. Se va male al primo anno, si azzera. Per costruire invece serve tempo". 

    SULLA CHAMPIONS - "Ronaldo? Con lui hai più possibilità di vincere. E’ straordinario, un esempio di professionalità per chiunque. Senza nulla togliere all’Ajax, ciò che ha penalizzato la Juve è che i compagni si aspettavano che Ronaldo facesse qualcosa invece di assumersi le loro responsabilità".

    SU SAINT MAXIMIN - "Saint-Maximin seguito dal Milan? Premesso che non vendiamo, entrambi (l'altro è Sarr, ndr) hanno potenziale e qualità per giocare in Italia".

    SUL CASO RAZZISMO - "Non è cambiato niente dai miei tempi. Quando un Tavecchio da presidente federale fa certe dichiarazioni, è impossibile che si cambi. C’è molta ignoranza e poca educazione. La tecnologia negli stadi permette di identificare e punire i razzisti. Se i club non lo fanno, vanno tolti punti. Le multe non servono. Giusto fermare le partite? Si, ma spetta anche a noi neri essere più solidali. Anche da avversari. Se un nero si fa insultare, tutti i neri dovrebbero uscire. E i bianchi? Anche, ma non credo succeda, viste le dichiarazioni di Bonucci dopo gli insulti a Kean a Cagliari. Io simbolo di una Francia multietnica e in Italia figli di immigrati nati nel vostro paese non sono italiani? E’ un’assurdità. L’Italia si priva di opportunità e apertura intellettuale. Si nega il futuro. L’Italia rimane ignorante rispetto ai cambiamenti del mondo. E tutto ciò rinforza il razzismo".

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