Viareggio Cup. Palagi a CM: 'La storia del calcio e 22 Paesi, contro il razzismo'
Ai microfoni di Calciomercato.com, mediapartner della manifestazione per il terzo anno consecutivo, parla il presidente della Viareggio Cup, Alessandro Palagi.
Dopo 65 anni, cosa rende ancora unica la Viareggio Cup? Non temete la concorrenza della miriade di tornei a livello giovanile sparsi per il mondo e della UEFA Youth League?
"Il nostro torneo ha 65 anni e non si deve paragonare con altri. Non temiamo la concorrenza. Ben venga anche la Champions dei giovani organizzata dalla UEFA, che per il momento è più un'idea che una realtà. Non abbiamo la presunzione di essere superiori alla UEFA. Noi vogliamo semplicemente rimanere il torneo più importante al mondo come vetrina per i futuri campioni, ma senza metterci in concorrenza con altri. In questo senso, la nostra storia parla per noi. Con 65 anni di esperienza alle spalle, il nostro torneo fa parte del patrimonio della storia del calcio. In tutti questi anni molti tornei sono nati e poi hanno finito di esistere, mentre noi siamo ancora presenti e, anzi, siamo in costante crescita. E per il prossimo futuro abbiamo nuove idee per rendere sempre più inattaccabile la Viareggio Cup".
Quali sono le novità principali di questa 65esima edizione?
"Innanzi tutto abbiamo snellito la formula, togliendo i supplementari anche nei quarti e in semifinale, oltre che negli ottavi. In caso di parità, si va subito ai rigori. Solo per la finale, invece, resta la formula con supplementari e rigori. Inoltre, abbiamo portato il numero di sostituzioni da tre a cinque e abbiamo allungato la panchina fino a 12 giocatori. Queste novità sono state introdotte per dare una risposta alle società che, giustamente, ci dicevano che il torneo fosse troppo pesante, visto che chi arriva fino in fondo gioca sette partite in due settimane. In questo modo, chi andrà avanti avrà la possibilità di avere più forze a sua disposizione e di centellinare meglio le energie. In ogni caso, fatica a parte, io se fossi un giovane calciatore pagherei per giocarle tutte queste sette partite".Anche a livello televisivo c'è una novità interessante, inedita per il calcio italiano, dico bene?
"Sì, durante le partite trasmesse dalla Rai gli allenatori vengono intervistati durante la partita. Domande flash, veloci, naturalmente, ma è una bella novità, nata da un'idea di Gianni Bezzi, che per la Rai cura la Viareggio Cup. Oltre a questo, la presenza totale della Viareggio Cup su Rai Sport è aumentata, con sette collegamenti al giorno più 15 minuti all'interno della trasmissione Novanta Minuti condotta da Enrico Varriale".Una curiosità: come avviene la selezione delle squadre partecipanti, specialmente di quelle straniere? Siete voi a cercare loro o avviene il contrario?
"In una prima fase facciamo degli inviti a ventaglio, ottenendo diversi tipi di risposte a seconda del tipo di calcio dal quale provengono. In Inghilterra, ad esempio, le squadre Primavera non esistono, ci sono le squadre riserve che fanno il loro campionato parallelo a quello della prima squadra. Le risposte che otteniamo quindi sono legate all'organizzazione dei vari campionati. Poi c'è anche una fase nella quale riceviamo tantissime richieste di partecipazione, da tutto il mondo. Questa 65esima edizione è la più 'mondiale' di sempre: 24 squadre sulle 48 partecipanti sono straniere e sono rappresentati ben 22 Paesi".Nel calcio italiano, un po' a tutti i livelli, purtroppo ultimamente si sono registrati episodi di razzismo, dal caso Boateng fino ai recenti cori contro Balotelli. La Viareggio Cup ha mai dovuto fronteggiare questo tipo di problema? E se accadesse qualcosa del genere, sareste preparati a prendere il toro per le corna?
"La massiccia partecipazione di squadre provenienti da tutto il mondo è già una risposta: la Viareggio Cup vuole lanciare un messaggio di pace e di fratellanza, per lo sport contro ogni forma di razzismo. In ogni caso finora nel nostro torneo non si è mai verificato nessun episodio di questo tipo e anche per questa edizione e per il futuro sono tranquillo, perché non c'è nessun segnale in questo senso".