Viaggio in provincia: da Zemanlandia a Stroppa, il Foggia è tornato a sognare
Con umorismo riuscito, racconta il ritorno a Foggia del Boemo nella stagione 2010/2011. Quella in cui raggiunse il 6° posto nel Girone B della Lega Pro Prima Divisione, e insieme lanciò Insigne, per poi portarlo con sé a Pescara l’anno dopo. Da quella squadra uscirono anche i vari Diego Farias, Marco Sau, Karim Laribi; insomma giocatori che si sarebbero presto affermati nelle categorie superiori. Più o meno la storia di sempre, da quando ‘Sdengo’ ha cominciato ad allenare. Ma mentre il talent andava in onda e Monachese ripercorreva col sorriso e un pizzico di nostalgia l’ultima versione di Zemanlandia, qualcosa a Foggia era cambiato. Zeman non c’era più. Fisicamente, almeno.
Al termine della stagione 2011/2012, quella successiva alla partenza di Zdenek, la società fu costretta a ripartire dalla Terza Categoria. Nacque però, parallelamente alla nobile decaduta, l’ A.C.D. Foggia Calcio, che riuscì a iscriversi in Serie D, dove arrivata quinta nel Girone H, perdette la finale play-off col Matera. Venne ripescata. Dopo un anno di Seconda Divisione (2013/2014), ammessa in Lega Pro unica, sulla panchina del Foggia arrivò De Zerbi e vi restò un biennio, fino alla finale play-off dell’estate scorsa, persa contro il Pisa di Gattuso. Oggi, il Foggia primo a 68 punti nel Girone C, ha raggiunto la vetta grazie a Mister Giovanni Stroppa, il successore di De Zerbi. Ex giocatore di Zeman, ça va sans dire.
Foggia infatti è segnata per sempre da quel periodo, i primi anni Novanta. Non è tanto per il miglior piazzamento raggiunto, ché il 9° posto in Serie A, oltre al ’92 e al ’94 col Boemo, i rossoneri lo toccarono anche nel ’65, guidati dal mitico Oronzo Pugliese. I satanelli di Pugliese, per dirne una, sconfissero 3-2 la Grande Inter di Herrera, che si sarebbe laureata campione d’Italia, d’Europa e del Mondo in quel medesimo anno. Ma se l’epigono più famoso di Oronzo è Lino Banfi nel celeberrimo film ‘L’allenatore nel pallone’, quelli di ‘Sdengo’ non si contano, e sono un po’ più seri. C’è un perché: Zeman ha insegnato calcio in una maniera tanto unica, ironica ed efficace, che i suoi ex giocatori avrebbero potuto evitare tutti, chi più chi meno, il corso di Coverciano. E Stroppa non sembra fare eccezione.
Giocò nel Foggia dapprima un solo anno, durante la stagione 1993/94, poi vi tornò nel 2004, a fine carriera. Cerco appositamente un Foggia-Lecce, dato che abbiamo appena assistito al derby, domenica scorsa. Allora (93/94) le due squadre erano entrambe in A: finì 5-0 per i padroni di casa. L’ultima rete, su rigore, la segnò quasi allo scadere proprio l’attuale allenatore dei satanelli, dopo essere entrato dalla panchina. Soffriva di pubalgia, in quel periodo. Realizzò 8 marcature in 30 presenze. Questo 19 marzo, invece, ha festeggiato un altrettanto netto 3-0, restandosene però a dirigere da bordo campo.
Mister Stroppa (foto foggiasport24.com) con la vittoria di oggi contro il Catania eguaglia la striscia record (stagionale) d’inizio anno (6 vittorie), interrottasi a Matera e contro l’Akragas con due pareggi dietro fila e la bruciante sconfitta di Castellammare (4-1). Il girone di ritorno ha preso ormai un’altra piega. Proprio in queste ultime sei gare, fondamentali, il Foggia ha fatto quello che non gli era riuscito all’andata. Ha messo in chiaro le cose con le dirette concorrenti. Il 18 febbraio ha steso il Matera 3-1, il 5 marzo ha battuto di misura la Juve Stabia 1-0, infine è arrivata la vittoria più importante, quella contro il Lecce secondo a 61 punti. Per completare il quadro andrebbero citati anche il 5-1 contro il Francavilla e il 3-0 contro il Siracusa, rispettivamente quinto e sesto in classifica, ottenuti tra dicembre e gennaio. Ma non vorrei impressionarvi o, peggio, darvi l’impressione che il campionato sia già chiuso. Mancano 7 partite e prima di domenica scorsa tra Foggia e Lecce c’era un solo punto. Certo è che una vittoria del genere.. fa morale, dicono gli scaramantici.