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  • Via 5 allenatori delle grandi: rivoluzione. Da Allegri a Mihajlovic e Pioli, che viavai

    Via 5 allenatori delle grandi: rivoluzione. Da Allegri a Mihajlovic e Pioli, che viavai

    • Stefano Agresti
    Non sarà un’estate calda per gli allenatori delle nostre grandi squadre, perché è già caldissimo l’inverno: quando arriveremo a giugno, i giochi saranno fatti. Maturano in queste settimane tante situazioni che porteranno a clamorosi stravolgimenti: cambieranno allenatore tre, quattro o forse addirittura cinque delle sette sorelle del calcio italiano. Se consideriamo che una di queste - la Roma - ha appena licenziato il tecnico (Garcia) per prenderne uno nuovo (Spalletti), ci rendiamo conto che alla fine potremmo trovarci di fronte a una vera e propria rivoluzione.
     
    Unico salvo sicuro: Sarri, ovviamente intoccabile a Napoli. Indipendentemente dallo scudetto, vinto o lasciato alla Juve: sull'allenatore toscano non possono esserci dubbi, né può averne lui sul Napoli. Diverso - e parecchio - il discorso che riguarda l’altra duellante, la Juve appunto: Allegri è fortemente tentato dal Chelsea, l’accordo con i Blues in pratica esiste già, va soltanto trovato il modo di svincolarsi dal contratto con il club bianconero, in scadenza nel 2017. Non è un passo da poco: servirà un’attenta operazione diplomatica per evitare un braccio di ferro che potrebbe avere effetti devastanti. Il percorso invernale è tracciato: negare tutto a prescindere, e in fondo è giusto così considerato quanto sta accadendo a chi ha annunciato con eccessivo anticipo il cambiamento (Bayern e City, entrambi nella bufera). Poi si vedrà come uscirne.
     
    Non ci stupiremmo se la Juve riuscisse a separarsi da Allegri senza traumi. Soluzione che appare impossibile per la Fiorentina e Paulo Sousa, anche perché il club viola di solito non cambia allenatore con serenità: va allo scontro. Adesso la situazione è paradossale, perché la crepa si è creata benché il rendimento della squadra sia entusiasmante. Mah. Considerato il livello dello scontro interno, difficile immaginare che i Della Valle e Sousa possano cominciare un’altra stagione assieme. Qui - sensazione nostra - sarà comunque più complicato arrivare a una separazione consensuale: per il portoghese non sarà facile svincolarsi, soprattutto se si intensificheranno le voci che lo vogliono candidato alla panchina della Juve. Già i tifosi viola faticheranno a perdonare ai Della Valle la rottura con Sousa, figurarsi come prenderebbero la scelta di liberarlo perché possa trasferirsi direttamente a Torino.
     
    Mancini ha un rapporto stretto con Thohir, ma attorno all’Inter c’è un bel po’ di pressione: alla fine potrebbe essere proprio il tecnico a mollare. Ma è certamente più precaria la posizione di Mihajlovic al Milan: se Berlusconi non lo ha rassicurato nemmeno dopo la straripante vittoria nel derby, significa che si è irrimediabilmente stancato anche di lui (come, in un recente passato, di Allegri, Seedorf e Inzaghi). Sinisa si salverebbe solo se conquistasse il terzo posto oppure la Coppa Italia.
     
    Infine, Pioli. E qui la saturazione è reciproca: lui non ne può più di Lotito, la Lazio non ne può più di lui. Se ne andrà a fine stagione, con buona pace di tutti.
     
    Se niente cambierà in modo radicale, i vertici del nostro calcio tra pochi mesi avranno altri volti. Di sicuro da qui a giugno ne vedremo delle belle.
     

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