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Verratti e la nuova Italia:| 'Prandelli ha dato la svolta'
Il regista dell'Under 21 inseguito da Juve e Napoli.
Verratti e la giovane Italia: "Prandelli ha dato la svolta".
"Lo stanno capendo anche i club: serve più contatto tra generazioni diverse".
Marco Verratti, il c.t. Prandelli ha detto che l’Italia è unpaesevecchio, lei è d’accordo?
«Vecchio ed eterogeneo. Sicuramente potrebbe esserci più contatto tra le generazioni: noi giovani non vediamo l’ora di imparare, ma abbiamo bisogno di buoni modelli per non commettere gli errori di chi ci ha preceduto».
Quali sono le difficoltà che incontrano i giovani?
In Italia è più difficile per i giovani affermarsi a grandi livelli?
«Prima sicuramente sì, ma ultimamente stiamo assistendo ad una inversione di tendenza. Per fortuna».
Qual è stato il segreto della sua esplosione?
«Calma, ho ancora tanta strada da fare e molto da dimostrare. Nel mio caso ci sono stati fattori determinanti: la famiglia, che mi è sempre vicina con affetto e comprensione, la cultura del lavoro a cui mi ha indirizzato mister Zeman e il club della mia città che ha creduto sempre in me. Io ci ho messo la passione per questo sport, che per ora resta soprattutto un divertimento».
Che cosa ha potuto imparare nello stage pre-europeo a Coverciano?
«Da tutte le esperienze cerco sempre di rubare segreti e trucchi del mestiere ai calciatori più esperti. Nel raduno con gli azzurri ho potuto vivere l’importanza del gruppo, lì ho capito che la Nazionale avrebbe fatto un exploit: c’era unione di intenti completa e i campioni, che potevano permettersi anche atteggiamenti altezzosi, erano i più umili».
Prandelli ha concretamente puntato sui giovani: è la strada giusta?
«Penso di sì, a memoria credo che non si sia mai stato dato troppo spazio ai giovani nelle Nazionali. Ma non solo la Nazionale, anche tante società hanno invertito la rotta. Il Pescara di quest’anno è stato l’emblema della squadra italiana, giovane e vincente, dove giocatori come me, come Insigne, hanno potuto esprimersi al fianco di gente più esperta».
Prandelli che cosa rappresenta per i calciatori emergenti?
«Una garanzia di crescita per tutti noi. Non è un caso, visto che ha lavorato anche nel settore giovanile. Ho passato pochi giorni in Nazionale, ma per quello che ho potuto vedere è un uomo che emana prima di tutto positività e serenità. Come allenatore, per lui parlano i risultati».
Come si immagina la Nazionale del domani?
«Determinata, come quella di oggi. E vincente, mi auguro».
Cosa pensa della diatriba tra Federazione e club?
«Tema delicato, difficile rispondere. L’unico desiderio di tutti i calciatori è stare sul campo, imparare e giocare il più possibile. Per il resto ci adeguiamo ai calendari che ci impongono».
Qual è stata la più grande emozione che ha vissuto da spettatore a questo Europeo?
«Vedere la Nazionale schiacciare Inghilterra e Germania è stato uno spettacolo fantastico. Mi hanno fatto pensare che nulla è impossibile».
Conosce l’inno, è pronto a cantarlo ai Mondiali in Brasile?
«L’ho cantato tantissime volte. Per ora soprattutto davanti alla tv!».
Qual è il suo idolo del passato in Nazionale?
«Del Piero».
E quello del presente?
«Pirlo».
È pronto a raccogliere la sua eredità? «Andrea Pirlo è a prova di imitazione, unico e irripetibile. Spero di poterci giocare insieme, lui mi può insegnare tutto. Per ora mi lusinga l’accostamento a un così grande campione».
Qual è il suo sogno con la maglia della Nazionale?
«Ho iniziato con le nazionali giovanili, fino al doppio salto dall’under 20 alla nazionale maggiore, passando per l’under 21. In questo momento il mio sogno è debuttare: spero di poterlo realizzare presto».