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    Verona: una salvezza che vale uno scudetto

    Verona: una salvezza che vale uno scudetto

    • Alessandro Righelli

    Ora è tutto vero: il Verona è riuscito nell'impresa ed anche l'anno prossimo sarà una squadra da Seria A. La gioia che ha inondato e che tutt'ora inonda le strade della città ha il sapore di una liberazione da una tensione che stringeva i cuori dei tifosi da almeno quattro mesi. Oggi si parla infatti di vero e proprio miracolo calcistico, qualcosa che vale quasi come uno scudetto vinto. Questo perché in molti, anzi, la maggior parte del mondo calcistico italiano, dopo le innumerevoli cessioni avvenute nel mercato invernale, non avrebbe scommesso un centesimo sulla salvezza di questa squadra. Tuttavia, ed anche questa è la meraviglia del calcio, così non è stato ed ora è davvero cosa fatta. La partita contro la Salernitana, che ha regalato la massima serie ai gialloblù, è stata l'espressione di quello spirito con il quale il Verona ha affrontato questa seconda parte di campionato. Un gruppo compatto, che ha sempre lavorato a testa bassa, perfettamente organizzato in campo e concentrato in ogni istante della partita. Insomma, la ricetta perfetta, e mai banale, dell'impresa calcistica. Oggi, quindi, è anche giusto dare i meriti a chi se li merita, perché queste cose non accadono spesso e sono quelle opere che rimangono scritte nelle pagine del nostro calcio. 

    Nel ripercorre il cammino dei gialloblù non si può che partire dalle prime difficoltà incontrate già ad inizio campionato. Nel settembre del 2023, infatti, la società non era riuscita a chiudere il mercato estivo con grandi colpi. La squadra non era stata rinforzata come tutti avrebbero sperato e i malumori nella piazza erano già pronti a esplodere. Non bisogno scordare, a questo proposito, che l'annata precedente si era conclusa con un'altrettanta salvezza all'ultima giornata solo a conclusione dei nuovi paly-out contro lo Spezia. A seguito di ciò, le speranze erano di vedere un rafforzamento del gruppo nella sessione estiva per garantire un buon rendimento nella stagione futura. Le difficoltà economiche sono però affiorate sin da subito, partendo dalla guida tecnica che è arrivata solamente nel mese di luglio, a fronte di un mercato in entrata che ancora non era decollato. La scelta di Marco Baroni però è stata forse quella che più ha cambiato le sorti dei gialloblù. Un allenatore che sin da subito ha dimostrato di lavorare a testa bassa giorno dopo giorno, qualsiasi fosse il materiale messo a disposizione. Come si diceva, ad inizio campionato 23/24, il tecnico ex Lecce ha dovuto rimboccarsi le maniche, dal momento che la rosa non era del tutto al completo e le poche richieste fatte non erano state prese appieno in considerazione. Dopo un inizio discreto, il girone d'andata è stato a dir poco disastroso. Al 29 dicembre il Verona era penultimo in classifica con appena 11 punti confezionati, davanti solamente alla Salernitana ferma a 9 punti. Tutti confidavano in un mercato invernale che potesse rinforzare una rosa che fino a quel punto aveva dimostrato di non essere più competitiva. I guai però non cessarono, ma al contrario, si allargarono anche alla società. I conti fiscali del Verona iniziano ad essere perquisiti dalla Guardia di Finanza e il Presidente Setti viene indagato per bancarotta fraudolenta, in un processo che andrà avanti almeno per un paio di mesi. Un duro colpo, cui gli effetti si sentiranno inevitabilmente anche sul lato del mercato. Il Verona viene infatti totalmente rivoluzionato.

    Vengono, infatti, venduti tutti i pezzi più pregiati, in una serie di operazioni che alla fine in totale saranno circa 13. Qualcosa di mai visto per la massima serie a metà del campionato. Ma quella che sembrava essere una sentenza di retrocessione, ecco che invece fu una vera e propria svolta. E qui non si può non elogiare il grandissimo lavoro svolto dal d.s. Sean Sogliano, che ha dovuto tenere il timone ben saldo nonostante le enormi difficoltà che arrivavano dall'alto. Egli è riuscito a calcolare al millimetro la rotta da intraprendere, scegliendo le giuste operazioni da compiere: per prima cosa vendette quei giocatori che potevano rimpolpare meglio le tasche societarie, poi si focalizzò, sempre in ottica di massimo guadagno, vero quegli elementi della rosa che oramai non erano più convinti della causa gialloblù. Non da ultimo, poi, portò con quel poco budget a disposizione, giocatori semi sconosciuti che però nascondevano grandi capacità ed erano prontissimi a lottare fino all'ultimo per la salvezza. Ecco quindi che un nuovo Verona era pronto ad affrontare un girone di ritorno che si preannunciava caldissimo. Le prime vittorie arrivarono subito. Marco Baroni fin da subito trasmise il suo carattere ai nuovi e così la squadra apparì, nonostante tutto, coesa sia dal punto di vista tattico, sia emotivo. Il resto poi è storia recente. Tra i giocatori che più si sono distinti c'è ovviamente Tijjani Noslin, già sul taccuino di altre squadra, ma anche Tomas Suslov e Karol Swiderski, senza dimenticare Lorenzo Montipò, uno dei veterani ed elementi cardine della rosa. 

    Insomma, una salvezza che appare alla fine pienamente meritata, per una squadra che prima di tutto si è dimostrata un grande gruppo. Oggi la festa è per tutti, in attesa di quel che sarà di questa società. Il presidente Setti probabilmente potrà vendere e se così sarà, nuove prospettive e nuovi orizzonti potrebbero aprirsi per la città. Ma non è oggi il tempo di pensare a tutto questo. Ora è il tempo di festeggiare. 

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