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Verona, Toni: 'Prandelli? Strano il no a Gila'. E sul futuro... VIDEO
Sul rapporto con Mandorlini: "Ci stuzzichiamo spesso, c'è un rapporto di amore e odio. Con lui la società è quasi alla firme e gli farebbe piacere che io rimanessi, ma parlerò con la mia famiglia e con la società per capire le intenzioni in vista della prossima stagione. Vorrei fare qualcosa di bello, abbiamo festeggiato talmente poco che nemmeno noi ci rendiamo conto di cosa è successo. Anche con l'Udinese, a fine partita, eravamo rammaricati per il pareggio, ma io credo sia giusto festeggiare. Abbiamo fatto qualcosa di eccezionale, magari Mandorlini sta festeggiando poco ma pian piano si sta prendendo. La cosa più bella di Verona è che c'è tanta passione verso i colori dell'Hellas, questa è una città che ti lascia vivere in maniera serena".
Sul suo futuro: "Dovrò parlarne con la società e capire cosa abbiamo intenzione di fare. Qui c'è tanta aspettativa, vorrei comprendere i programmi della società perché mi piacerebbe concludere la mia carriera in crescendo. Se smetto lo farò a livelli alti. Se accetterei un biennale? Non è una questione di anni, ma è un discorso che va oltre. Ringrazio il presidente per la fiducia che ha riposto in me. Non mi vedo in un'altra squadra, se continuerò lo farò qui".
Su Iturbe: "Se firma lui lo faccio anch'io. E' uno dei pochi calciatori che salta l'uomo, l'averlo in squadra è una fortuna, non vedo in giro attaccanti come lui. Deve capire che è forte, se manterrà il giusto atteggiamento arriverà nelle squadre più grandi. Io ho giocato con Ribery e non era forte come adesso. Era sempre il primo ad arrivare all'allenamento e l'ultimo ad andarsene, se Iturbe avrà lo stesso atteggiamento diventerà un grandissimo".
Sul suo erede in Italia: "Gli attaccanti d'area non vanno più di moda. Ci sono dei giovani bravi, come Gabbiadini e Zaza. Bisogna dargli tempo e credere nelle loro qualità, senza prendere stranieri che magari costano meno. Diamo la possibilità a questi giovani di esprimersi, io in Serie A ci sono arrivato a 23 anni dopo tanta gavetta".
Sull'Italia ai Mondiali: "Il bel gioco non basta più, bisogna vincere. Per farlo occorre essere forti ed avere un grande gruppo, come nel 2006 in Germania. Per quanto riguarda le favorite vedo bene Brasile e Uruguay".