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La Juve vince anche a Verona: la quinta di fila è brutta e di corto muso, ma vale il -2 su Milan e Lazio
Solo il risultato, che nella filosofia allegriana vale tutto, nonostante si giocasse contro una formazione che Boccehtti aveva ampiamente rimaneggiato. La Juventus ripiomba dopo l'Inter nelle difficoltà di inizio anno, fatica a produrre occasioni da gol, soffre le ripartenze veronesi, rischia più volte di capitolare (Perin ringrazia l'imprecisione di Sulemana, Dawidowicz e Lasagna) e alla fine si accontenta di capitalizzare l'unica vera (e sporca) palla gol creata dall'asse Milik-Rabiot-Kean che batte Montipò con un tiro deviato dalla difesa.
Per il resto una manovra mai pericolosa, il pressing gialloblù sofferto oltre ogni limite, l'arbitro Di Bello che grazia Danilo prima e Bonucci poi in area di rigore e infine butta fuori Alex Sandro nel finale per chiara occasione da gol. Poco cambia ai bianconeri e ai suoi tifosi che con la quinta vittoria consecutiva in campionato, possono sognare una rimonta che poteva sembrare inaspettata.