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Verona e la 'caccia' ai marocchini: i 13 identificati sono tutti di CasaPound. Ecco la tattica degli assalti del branco
Un raid eseguito con una precisa tattica, spiega sempre il Corriere. La stessa usata molte volte fuori dal Bentegodi. Quella che nel caso non sia possibile attaccare frontalmente un gruppo, prevede di sparpagliarsi per strade e vicoli e colpire i singoli. Per poter comunque aggredire, ma anche per diventare più sfuggevoli alle forze dell’ordine. Cosa che, però, martedì sera al branco non è riuscita. Perché il centro città era già stretto nella maglia di controlli «rafforzati» proprio in vista delle partite e degli eventuali festeggiamenti per Qatar 2022.
Ci ha provato, il branco, a raggiungere la Gran Guardia. Ma le forze dell’ordine - mentre la polizia locale chiudeva l’area al traffico deviando i bus in piazza Cittadella - hanno organizzato un cordone di protezione per chi stava festeggiando. Così ai tredici non è rimasto altro che iniziare la «caccia solitaria». Ma il branco non ce l’ha fatta. Quelle maglie dei controlli rafforzati, anche con il personale della Digos, gli si sono chiuse addosso.
Presi, i 13 di CasaPound, con ancora i «ferri del mestiere» in mano. Fermati, portati in questura e identificati. Segnalati alla procura che dovrà decidere le ipotesi di reato. Fondamentali saranno i filmati. Quelli delle telecamere, quelli delle forze dell’ordine durante l’assalto, quelli girati dagli stessi tifosi marocchini. Necessari per attribuire le responsabilità di ciascuno. Le ipotesi spaziano dalla violenza privata al danneggiamento aggravato. Ma non è esclusa l’applicazione della legge Mancino, per quell’agguato che ha uno sfondo razziale. E su tutto potrebbe pesare l’aggravante associativa.