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Verona: a Monza i nuovi tra luci ed ombre. La squadra però regge
Non è un caso allora che tra i giocatori che più hanno convinto si possono nominare due nomi fondamentali per questo Verona. Stiamo parlando infatti di Magnani e Dawidowicz, che insieme sono riusciti ad arginare le avanzate avversarie, dando il buon esempio anche ai nuovi arrivati su cosa gli aspetta a Verona e quanto sia importante lottare fino all'ultimo per la tanto sperata salvezza. Da una parte, Magnani è riuscito ad arginare la corsa di Colombo, cercando spesso l'anticipo con buona tempistica. Una lettura dell'azione sempre ben eseguita ed un uso efficace della propria fisicità quando Djuric ha cominciato a gravitare dalle sue parti. Medesima prova l'ha dimostrata Dawidowicz, che ha mostrato un'attenzione costante anche quando l'attacco avversario si è fatto più intenso. Non ha mai avuto paura sull'uno contro uno, aiutandosi egregiamente con il fisico e chiudendo ogni spazio sul nascere. Nota di merito va anche a Folorunsho, che a centrocampo ha dimostrato di essere il vero e proprio faro di questa squadra. Un vero peccato per i gialloblù pensare che tra qualche mese, con molta probabilità, saluterà anche lui ritornando a giocare a Napoli.
Per quanto riguarda i nuovi arrivi invece, sicuramente c'è ancora strada da fare. Serdar, arrivato a vestire la casacca gialloblù in estate, sta trovando più spazio e anche più motivazione e questo si nota bene. Contro il Monza si è piazzato davanti alla difesa e ha fatto da filtro tra azione difensiva ed offensiva, liberandosi anche al tiro in alcune occasioni. Il polacco Swiderski, uno dei nuovi giocatori sui quali forse si sono posati maggiormente gli occhi, deve ancora riprendere la miglior forma, dato che il campionato da cui è arrivato, la MLS, è terminato ad ottobre, data di fine stagione regolare in America. In questa partita ha dimostrato sicuramente di avere qualità, soprattutto se parte palla al piede verso la porta. Anche sul gioco aereo ha dato il suo contributo, ma ciò che più è mancata è ovviamente la forma fisica. Uscito per un fastidio muscolare al 60', deve senza dubbio allenarsi con continuità in modo da diventare una pedina fondamentale per Baroni, dato che ha tutte le carte per esserla. Chi invece ha fatto più fatica è stato Tijjan Noslin, il vice Ngonge arrivato dall'Olanda a titolo definitivo. Il problema principale per lui è stato il posizionamento in campo, ancora tutto ben da definire, dato che ha mostrato molta difficoltà nel trovare gli spazi giusti per le proprie giocate. Anche in questo caso, mister Baroni dovrà lavorare a fondo per cercare di rendere al meglio le doti di questo ragazzo.
Nel complesso comunque, l'impatto dei nuovi in un gruppo praticamente rinnovato dalle fondamenta è stato buono. La guida dei veterani è imprescindibile per Baroni, sia in campo che fuori dal rettangolo di gioco. Il timore di vedere un calo drastico della squadra era dato quasi per scontato, ma per ora questo non sembra accadere. Prova che al timone della nave gialloblù c'è un capitano che sa il fatto suo.