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    Verdone a CM: 'Roma? Il minimo sindacale è arrivare terzi, se non secondi. Tra Scamacca e Morata...'

    Verdone a CM: 'Roma? Il minimo sindacale è arrivare terzi, se non secondi. Tra Scamacca e Morata...'

    • Giulio Peroni
    Se non fosse per le follie del calcio arabo che turbano anche lui (“Nessun giocatore vale quelle cifre assurde, gli arabi hanno fatto cadere il banco. E’ la morte del calcio, è immorale: il giocattolo prima o poi si rompe”), Carlo Verdone è già entusiasta. La sua Roma non va oltre il pari (1-1) con i portoghesi del Braga, ma il grande attore-regista, dal 15 settembre su Paramount+ con “Vita da Carlo 2”, respira aria di crescita esponenziale. Di consolidamento di quel lavoro con spada e fioretto che José Mourinho sta esercitando negli schemi, nelle gambe e soprattutto nella testa dei suoi ragazzi. Alzare l’asticella dei valori e delle proprie ambizioni è un must che l’ambiente giallorosso non può e non vuole posticipare.

    La vita è adesso. Verdone ci crede. “Ieri sera con il Braga mi aspettavo una squadra che ancora si deve ritrovare. In rodaggio. Invece ha fatto una bella gara. Come fosse una partita seria, non un’amichevole. Ho visto una Roma ben disposta in campo. Giocatori tonici, molto propositivi. Peccato per il goal preso alla fine. Una disattenzione. Sembrava non fossero reduci dalle vacanze, mi hanno sorpreso. Quante bellissime geometrie che non ho mai visto in campionato”. Il club giallorosso ora punta (più) in alto. Dopo due piazzamenti fuori dalla Champions e due finali europee consecutive. Da dove si parte Carlo? “Da una punta che faccia finalmente goal. Che non sbagli tanto sottoporta come ha fatto quest’anno Tammy Abraham. Si parla di Alvaro Morata e Gianluca Scamacca. Vanno bene entrambi. Morata ha più esperienza, chiamiamolo usato sicuro. Certi goal sicuramente lui non li fallisce. E credo anche il romano romanista Scamacca”. Quesito esistenziale. L’arrivo di un goleador è sufficiente per completare il cerchio di un mercato certamente non chiuso dopo l’arrivo di due difensori (NDicka e Kristensen) e un centrocampista (Aouar)? “Intanto bisogna vedere le altre squadre come saranno assemblate. Sicuramente sarà un campionato più competitivo di quello passato, benché il Napoli abbia tenuto i giocatori forti. E poi Rudi Garcia lo conosciamo, è un buonissimo allenatore. Difficile dire se la Roma sia da scudetto. Ma lo capiremo quasi subito, dopo 3 partite. L’impressione è che la squadra sia più solida e compatta di quella della scorsa stagione. Anche se vedo ancora un po’ la tendenza al gioco orizzontale, al passaggio all’indietro. Come se tatticamente si volessero addormentare le partite. Molto dipenderà dalle condizioni di Dybala. Se sta bene, diventa fondamentale per tutto. E tutti”.

    E poi c’è Mourinho. Comandante della truppa, padre putativo di questi ragazzi in cerca di definizione. “Quello che mi piace- spiega Verdone- è che ha un rapporto molto speciale con i calciatori. O buonissimo o pessimo. Qualcuno lui proprio non lo può vedere. Ma complessivamente Josè difende anche fin troppo la squadra. Infatti poi arrivano le squalifiche. Il campionato passato è servito per capire meglio quello che sarebbe stato il gioco della Roma: un campionato preparatorio a questo. Dove lui sa benissimo che lui non può sbagliare. Il minimo sindacale quest’anno è arrivare terzi, se non secondi. Ce la faremo? Non lo so, ma sono molto fiducioso. Quando vedo la mia squadra giocare bene, mettercela tutta, la perdono anche se perde. Ma se gioca male, sconfitta in casa con una delle ultime in classifica, mi cadono le braccia (risata, ndr) e comincio a pensarci sempre meno”.

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