Ventura:| 'Toro guarda avanti, volevo dimettermi'
Dai 5 gol di Bergamo al deludente ko con il Cagliari, il tecnico granata fa un primo bilancio: "Serve più equilibrio nei giudizi e un pizzico di ottimismo".
Ventura: "Orgogliosi del passato, ma questo Toro deve guardare al futuro".
Dopo la sconfitta con il Cagliari e approffittando della sosta per gli impegni della Nazionale Gimapiero Ventura si confessa alla Stampa in una lunga intervista e racconta questi primi mesi di campionato di serie A alla guida del Toro. Decimo posto, due sconfitte interne (con Inter e Cagliari), quei 5 gol di Bergamo che avevano illuso l’ambiente granata, poi la doccia fredda di domenica scorsa e qualche mugugno. Ecco, proprio da qui vuol cominciare Ventura: «Serve più equilibrio nei giudizi, bisogna ragionare con un po’ più di ottimismo. E’ ora di guardare al futuro, il Toro ha tutte le potenzialità per costruire qualcosa di importante».
Ventura racconta di quando nella scorsa stagione ha pensato alle dimissioni ("L'ambiente mi aveva esasperato, era una lotta impari"), di Ogbonna ("Bonucci sa giocare bene e Ranocchia sa giocare bene, Angelo è la somma dei due"), di come ha trasformato Rolando Bianchi, della questione rinnovo del contratto ("Non inciderà, da lui pretendo sempre lo stesso rendimento. Per il resto deve parlare con Cairo") e di come vorrebbe trasformare Sansone, «uno in cui credo molto, ma che ha bisogno di ambientarsi in serie A».
Il campionato del Toro è solo all’inizio ma già il tecnico ha capito una cosa: «Se diamo il massimo possiamo giocarcela con tutti, ma proprio tutti. Se diamo la metà del nostro potenziale, allora non siamo competitivi». C’è spazio anche per la scelta di giocatori che vorrebbe allenare ("Vialli e Milito, testa e qualità"), per il club che gli piacerebbe guidare ("La Fiorentina, a Firenze hanno voglia di calcio e capiscono di calcio") e per la hit parade delle squadre che l’hanno divertito e che lo divertono.