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    Ventura, non si illuda: la vera Italia non è quella di Conte, rischiamo i Mondiali

    Ventura, non si illuda: la vera Italia non è quella di Conte, rischiamo i Mondiali

    • Stefano Agresti
    Nonostante avesse davanti Lotito, seduto proprio in prima fila, Ventura era contento nel suo primo giorno da ct. Comprensibile: ha in mano la squadra decisamente più importante della sua buona carriera, nella quale spesso ha mostrato un buon gioco e ottenuto buoni risultati, e nemmeno il dirigente meno amato d’Italia gli può rovinare il momento. E’ insomma uno che conosce il calcio e il mestiere, Ventura, e con queste basi cercherà di qualificarsi per i Mondiali del 2018. Più volte il nuovo commissario tecnico ha citato Conte ed era quasi inevitabile, considerati i risultati ottenuti dall’allenatore del Chelsea all’Europeo. Ma partire da lì, da quel miracolo di coraggio e di abnegazione, è sbagliato e pericoloso, perché noi non siamo quelli: il livello del calcio italiano è molto, molto più basso di quanto visto in Francia.

    Quando abbiamo cominciato l’Europeo, eravamo convinti di essere scarsi. Non illudiamoci di essere diventati improvvisamente fenomeni: scarsi lo siamo davvero. Abbiamo - e lo sappiamo - una grande difesa, però molto vecchia: quanto terrà ancora? Il centrocampo non è male, purché recuperiamo Verratti e Marchisio (ma nelle prime partite di qualificazione non ci saranno). L’attacco è un pianto: il lottatore Pellè è giustamente scappato in Cina, coperto di soldi, e il solo Insigne sembra avere talento e maturità per aiutare Ventura. Quanto a prime punte, siamo pieni di mezzi campioni: Pavoletti, Immobile, anche Zaza. Nessun Ronaldo, nessun Lewandowski e anche nessun Kane. Il talento, Insigne a parte, è sulle fasce, ma i ragazzi sono immaturi: Bernardeschi, Berardi.

    Se Ventura dovesse qualificarsi per l’Europeo, saremmo sereni: è difficilissimo andare fuori in gironi che, con 24 partecipanti, mandano avanti le prime due e anche un po’ di terze. I Mondiali, però, sono un’altra faccenda. Nel nostro gruppo, ad esempio, solo la prima si qualificherà direttamente, mentre la seconda giocherà i play off (e la peggiore delle seconde non farà nemmeno quelli). Questo significa che tra Italia e Spagna, nostra rivale nel gruppo G, solo una andrà ai Mondiali senza passare dal terribile spareggio, e sempre che le altre concorrenti - a cominciare dall’Albania - non si mettano in mezzo. Ora, è vero che abbiamo appena travolto gli spagnoli, ma abbiamo compiuto - e lo sappiamo - un mezzo miracolo. Ripetersi sulla lunga distanza non sarà affatto agevole.

    Ecco perché diciamo a Ventura di non farsi illusioni, né di pensare che luccichi ancora l’oro degli ultimi Europei: andare in Russia sarà dura, anzi durissima. E sappiamo che partecipare ai Mondiali, per noi, è un obbligo: su venti edizioni ne abbiamo saltate solo due, nel 1930 perché non abbiamo proprio partecipato e nel 1958 perché abbiamo fallito (unica volta nella storia) la qualificazione. Raramente, però, abbiamo cominciato i gironi eliminatori con tante preoccupazioni.

    In bocca al lupo, Ventura: ne ha bisogno.

    @steagresti


     

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