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    Ventura: 'Mancini-Figc, che brutta immagine. Nel 2018 era solo colpa mia, lui... Spalletti? Son felice, ma ha poco tempo'

    Ventura: 'Mancini-Figc, che brutta immagine. Nel 2018 era solo colpa mia, lui... Spalletti? Son felice, ma ha poco tempo'

    Dopo l'addio alla Nazionale  italiana di Roberto Mancini e la scelta del sostituto ricaduta su Luciano Spalletti, l'ormai ex-ct italiano Gian Piero Ventura, che non riuscì a portarci ai Mondiali 2018 di Russia, è stato chiamato a commentare questa situazione dalla Gazzetta dello Sport.

    RIVINCITA? - "Non ho mai percepito il mal comune come un mezzo gaudio, mi creda. Ho esultato per la vittoria degli Azzurri a Wembley e mi è profondamente dispiaciuto che la Nazionale abbia saltato il Qatar nel 2022. Non sa in quanti mi hanno chiamato in quei giorni per intervistarmi ed ho sempre rifiutato perché c’era il rischio di essere strumentalizzato".

    INCUBI E FANTASMI - "Ho fatto pace con incubi e fantasmi. Ma resto sorpreso quando ancora oggi si dice che l’uscita contro la Svezia fu un disastro epocale, nonostante la Svezia arrivò poi ai quarti di finale del Mondiale, e l’uscita quattro anni dopo contro la Macedonia del Nord, che era settantesima nel ranking mondiale, viene considerata solo un incidente di percorso. Nel 2022 la colpa era di tutti, nel 2018 di uno solo. Ma è inutile rivangare il passato...".

    USCITI MALISSIMO - "Quando non si conoscono bene le situazioni è difficile dare giudizi. Mancini dice una cosa, la Figc un’altra. Ma è chiaro che dal punto di vista dell’immagine ne siamo usciti male e si doveva trovare un modo diverso".

    SPALLETTI - "Assolutamente si. Sono felice per l’Italia e per Luciano. Dopo il campionato stravinto col Napoli questa è la ciliegina sulla torta della sua importante carriera. È un impegno non facile ma avrà stimoli enormi. L’ho visto crescere, l’ho cercato come giocatore, l’ho aiutato ad iniziare la carriera di tecnico. Gli faccio un grande in bocca al lupo

    IL RUOLO DEL CT - "Ho letto su alcuni giornali che basta mettere questo al posto di Lobotka e quello al posto di Zielinski e l’Italia somiglierà al Napoli... Ma non funziona così. In un club lavori tutti i giorni sulla testa dei giocatori e sugli schemi. In Nazionale il tempo è poco e non riesci a imporre il tuo modo di giocare. La differenza tra i due ruoli è abissale. Non è un problema di qualità, voglia o professionalità degli atleti, ma di tempo. Le cose non si improvvisano. Lo scudetto di Spalletti al Napoli è figlio del lavoro dell’anno precedente. Luciano ha subito due gare decisive, dovrà adattarsi in fretta. Se andrà dietro ai commenti dei giornali e della marea social, rischia di venirne travolto. Ma l’aspetto positivo è che il suo arrivo è stato accolto da tutti con grande enfasi. Poi, certo, conteranno i risultati ma l’apertura di credito c’è".

    SCUDETTO - "L’eredità di Spalletti è pesante, ma Garcia è partito bene. Col Frosinone ho rivisto il sacro fuoco in Osimhen, Zielinski, Politano. Se lo mantengono, il Napoli resta favorito per lo scudetto, anche se la squadra non ha una rosa per tre competizioni. Rosa più completa? L’Inter. Juve? Senza coppe risparmierà energie fisiche e nervose. Ma il vero tema è capire che Juve sarà..." 

    MILAN E ROMANE - "Pioli è stato bravo e rapido ad assemblare i nuovi. Pulisic e Reijnders mi sembrano già inseriti, però aspettiamo le prossime gare con Torino, Roma e Inter. Per ora è dietro le altre tre big. Le romane per me si sono indebolite".

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