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Ventura e la pesante eredità di Conte: battibecco con un big in Nazionale
L'EREDITA' DI CONTE - Quel che è un po’ emerso pure nell’ultima settimana a Coverciano, prima del duello con la Spagna: come si legge su La Stampa, un allenamento finito con qualche minuto di anticipo dopo un battibecco tra il tecnico e un giocatore, non una recluta; gente provata titolare a inizio settimana e poi spedita in tribuna; e una preparazione mentale e dialettica della sfida di Madrid che non ha convinto molti giocatori. In fondo, il problema è anche l’involontario confronto che spesso parte della squadra fa tra l’attuale allenatore e Conte, con il suo approccio, le sue pretese, i suoi metodi. Basti una voce dello spogliatoio, sull’avvicinamento al Bernabeu: "Conte avrebbe dato di matto, pur di tenere alta la tensione". Un’eredità che ha complicato fin dall’inizio il lavoro del ct, a partire da una discussione nello spogliatoio (senza il tecnico), dopo la partita dell’esordio, persa con la Francia 3-1: "Ragazzi, la carica ce la dovremo dare da soli".
FISCHI E SILENZI - C’è pure chi è disorientato dalle esercitazioni del ct: "Dopo aver provato a lungo la difesa a tre, giovedì mattina ci ha detto che contro Spagna e Israele avremmo giocato 4-2-4". Mercoledì, invece, dopo un richiamo per un passaggio sbagliato, c’è stato un battibecco tra un giocatore e Ventura, che ha poi preferito terminare l’allenamento con un po’ di anticipo. E in generale, nell’aria non c’era quella tensione che solitamente precede le grandi partite: "Anche i più anziani, quelli che solitamente urlano di più, lo facevano meno". Si sono invece sentiti i fischi del Mapei Stadium, all’intervallo con Israele, che sono stati poi il principale argomento di discussione tra Ventura e Buffon, nel loro parlottare a centrocampo, appena finita la gara. Il capitano, ne discuterà anche all’uscita: "Un po’ i fischi ci hanno condizionato". Ma senza cercare scuse, neppure per la Spagna: "Se l’Italia perde 3-0 è giusto che finisca sotto processo, sportivamente parlando". Poi, un pensiero sul modulo: "È un problema del mister". Con postilla: "Deve decidere e fare quello che si sente, anche a seconda della caratteristiche di noi giocatori".