Ventura: 'Non è solo un'amichevole. Problemi per Candreva' VIDEO
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L'Italia si appresta ad affrontare la Germania in amichevole domani sera a San Siro e il commissario tecnico Giampiero Ventura ha parlato in conferenza stampa da Milanello per presentare la sfida.
NON E' UN'AMICHEVOLE - "Sarebbe stato meglio avere una partita meno impegnativa, così è più complicato proseguire. Anche se è un'amichevole in realtà è una partita di cartello: Italia-Germania è pur sempre Italia-Germania, non c'è bisogno di grandi stimoli. Alla fine di questa partita dovremo fare verifiche su tanti aspetti: incontriamo i campioni del mondo, è vero che c'è qualche giovane ma sono figli di una programmazione decennale, avere A o B cambia poco in quel contesto. Giocando con la Germania avrei voluto uno o due giorni in più, ieri pomeriggio chi ha giocato non si è allenato: 24 ore non sono molte. So che in Italia il risultato conta e inciderà nei giudizi. Giocheremo con quelli che danno maggiori garanzie. Non è una partita fra amici. Se schiererò una difesa a tre ovviamente cambieremo qualcosa. Non ho nessuna paura, uno gioca a calcio e cerca di vincere tutte le partite. Devo capire l'aspetto psicologico e la convinzione di fare le cose. Troppo impegnativa? I primi testi di solito li fai contro squadre inferiori di livello e lo fai perché almeno puoi avere una fiducia differente".
PROBLEMI FISICI - "Giocheranno Verratti, Bernardeschi e Zaza? Non credo tutti e tre, prima facciamo l'allenamento. Ci sono tanti dettagli da verificare dobbiamo verificare la condizione di alcuni giocatori come Candreva ed Eder ad esempio con piccoli problemi fisici“.
ESPERIMENTI - "La prima gara che ho fatto in Nazionale abbiamo giocato con la Francia, 48 ore prima non avevo ancora parlato con nessun giocatore. Non è stato tenuto conto di niente, abbiamo perso 3-1, si è parlato di disastro in una situazione ad armi pari, con tre gol bizzarri per come sono venuti. Il problema è tutelare i giovani, non è lanciandoli senza rete. Funziona così, la realtà è questa. Non mi piace, ma non si potrà mai cambiare. Inutile entrare nel merito".
ROMAGNOLI - “Se Romagnoli avesse toppato con la Spagna non sarebbe quello di ora, perché avrebbe avuto una situazione psicologica diversa da quella attuale. Le cose non vengono per caso”.
INIZIO SERIE A ANTICIPATO - "L'ho già chiesto, egoisticamente dico che due gare non erano molte, la differenza di gamba fra noi e la Francia era evidente: le grandi hanno bisogno dei loro tempi, questo è un problema. Almeno due è già stato chiesto, in un momento di follia ho chiesto tre domeniche, ma mi han chiesto se non ero da ricoverare. Tredici agosto? Sì, ma sì, giocano tutti. Perché no. La mia era una battuta. Quando ero dall'altra parte non avevo ben chiaro le difficoltà che si incontrano da questa parte. Ho trovato grande disponibilità da parte di tutti, allenatori o presidenti, non ho da dire una sola parola. L'unica cosa erano i tempi, sinceramente c'è una totale assenza di tempo. Quando sei dall'altra parte non hai problemi e non metti a fuoco. Quando noi parliamo di anticipare... credo che sia obiettivamente difficile. Ci sono problemi e interessi da gestire, quello sarebbe solo una piccola goccia in un mare. La programmazione o va fatta a 360° o vai avanti a spizzichi e bocconi. Per raggiungere grandissimi obiettivi devi farlo, fa parte del sistema, non si tratta di una persona. Servirebbero tre giorni per parlarne.".
SCHIERAMENTO - "Facciamo allenamento, qualche cosa può cambiare. Rivincita? Non è stato dimostrato a parole, ma dentro di loro sì, è abbastanza evidente. Anche chi non ha giocato l'Europeo... ci sono davanti i campioni del mondo. Così questo è l'ultimo dei problemi. Da un lato manteniamo la stessa struttura, dall'altro ci sono i giovani, poi c'è da vincere con la Germania... è un'amichevole di grande fascino, importanza e spessore, ma rimane un'amichevole. In un discorso di crescita e programmazione è importante ciò che ci dice la gara. Questa è la nazionale più organizzata di tutte, bisogna fare delle verifiche sotto questo aspetto".
ESPERIENZA - "Sono trent'anni che sono in questo mondo e conosco il meccanismo. Appena sono arrivato sono partiti i confronti, non sono mai simpatici ma vanno accettati. Nel momento dei paragoni tocca farli nella maniera corretta. Ora è roba del passato, spero, se mi confronti l'Europeo con la qualificazione non c'è correttezza. Il calcio è nel mio dna, dovunque sono andato c'erano momenti particolari, dovevi ricostruire per un motivo o nell'altro. Mi trovo a casa mia, nel calcio contano i risultati. Nel club sono sportivi ed economici. Io sono orgoglioso di essere qui, ma capisco i predecessori che dicono che manca il campo. Da un lato il bilancio, non parlo di risultati perché se avessimo vinto con la Spagna sarebbe stato il top. Israele le ha vinte tutte, ha perso solo contro di noi. Per l'esperienza sono soddisfatto. Si è creato una grande voglia di crescere e partecipare. Barzagli parla pochissimo ma è un esempio straordinario per i giovani. Grande disponibilità da parte loro, ma anche da chi arriva. Qui c'è gente che ha voglia, nessuno ha detto "io sono" ma tutti vogliono diventare. Gli stage servono perché alcuni giovani non sono pronti. In questo lavoro bisogna andare avanti". Alla domanda sull'impiego di Belotti nel big match di San Siro, Ventura risponde così: