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  • Ventola a CM: 'Dobbiamo essere tutti bomber nella vita. La nostra canzone come simbolo di positività'

    Ventola a CM: 'Dobbiamo essere tutti bomber nella vita. La nostra canzone come simbolo di positività'

    • Francesco Guerrieri
    Alzi la mano chi non ha mai sentito "Una vita da bomber", la nuova hit dell'estate firmata Ventola-Vieri-Adani. Nessuno dai, è impossibile non averla ascoltata almeno una volta. Si canta e si balla, basta un attimo e ti entra subito nella testa. E' la canzone del momento, dietro alla quale però c'è un significato particolare: "Il messaggio che vogliamo trasmettere con la nostra canzone è quello di ripartire dopo un periodo difficile - racconta Ventola a Calciomercato.com - Serve positività: dobbiamo essere tutti bomber nella vita, ognuno a modo suo. Non c'è uno stile di vita particolare, il vero bomber è quello che fa gol anche fuori dal campo. Bobo è un ragazzo che ha sempre fatto parlare di sé perché sincero e senza filtri. Può piacere o non piacere, stare simpatico o antipatico, ma lui ha sempre detto quello che pensa".

    Pensavate di avere così tanto successo con questa canzone?
    "Quando facciamo una cosa è perché siamo convinti, non volevamo fare brutte figure. Ascoltando le persone che sono dietro a questo progetto abbiamo capito che sarebbe potuto essere un successo. C'erano tutte le componenti per fare bene, ora stiamo seguendo i dati anche dal punto di vista statistico e sui social".

    Qual è il segreto del trio Ventola-Vieri-Adani?
    "Noi tre insieme andiamo bene perché siamo diversi: Lele è precisissimo, un grande studioso. Io faccio sempre tutto all'ultimo secondo, sono il più disorganizzato; si arrabbiano, poi però mi faccio sempre perdonare conquistandoli con un sorriso. E Bobo è un mix tra me e Lele, sempre organizzato con la sua agendina nella quale si segna tutti gli impegni".

    Tutto è nato dalle dirette Instagram durante il lockdown. Come mai la Bobo tv ha funzionato così bene secondo lei?
    "Perché in un momento inaspettato di crisi e paura la gente aveva bisogno di cose vere. Io stesso ho passato da solo quel periodo, virtualmente mi hanno fatto compagnia persone che non conoscevo e spero sia successa la stessa cosa anche a chi ci ha seguiti. Con noi si sentivano a casa, raccontavamo le nostre storie con spontaneità. Bobo è riuscito a connettere tutto il mondo del calcio, contattando persone come Maldini che ha detto 'Sono il giocatore più perdente della storia'. Cose mai sentite, svelate con sincerità in quell'occasione per il loro rapporto di amicizia. Durante le dirette non ci facevamo caso a quanti followers ci seguivano, non c'era nessun interesse. Quando Bobo chiudeva il collegamento scoprivamo che eravamo arrivati a oltre 500mila. Il record è stato 580mila persone".

    Come e a chi è nata l'idea della canzone?
    "Un giorno ci contatta Filippo Gimignano, che lavora con Universal Musical, perché aveva avuto quest'idea. Prima ancora di chiamarci, aveva già fatto scrivere il testo a tre autori: Maiello, Colella e Romitelli, gli stessi che scrivono canzoni ad artisti come Eros Ramazzotti e Tiziano Ferro. Bobo era contrario, ma quando la canzone arriva a Fox, il suo agente, gli dice di farla sentire a me. Appena l'ascolto me ne innamoro subito, chiamo Lele e si convince anche lui. E da preciso qual è cambia qualche frase: la parte dove strilla 'Vamos carajo' l'ha aggiunta lui. Così come ha voluto il passaggio sulla Coca Zero, la sua bevanda preferita. Alla fine la canzone piace anche a Bobo, che la sente in macchina con Costanza e dopo avermi insultato perché poco convinto se ne innamora. A quel punto partiamo col progetto, io e Lele ci occupiamo delle parti organizzative. L'etichetta discografica Apolydor, che ha lavorato con gruppi come i Beatles, gli Abba e i Led Zeppelin, decide di produrre il nostro brano. Se non l'avessimo fatta la canzone sarebbe uscita comunque: l'avevano già proposta a un cantante importante che aveva già accettato".

    E il video?
    "L'ha realizzato Fabrizio Conte, lo stesso che ha girato il video di 'Karaoke', l'ultima canzone che i Boomdabash hanno fatto con Alessandra Amoroso. Con Lele abbiamo avuto l'idea di riprendere un passaggio de L'allenatore nel pallone in cui lui interpretava Oronzo Canà. In quella scena recita anche mio figlio: il calcio non gli interessa, lui vive di musica e movie. Come location abbiamo scelto la casa di Bobo a Prato".

    Quanto avete provato prima della versione definitiva?
    "Siamo stati dalle 9 di mattina alle 20.30. Tutto in un giorno, è stata tosta. Divertentissimo ma stancante. Più ci dicevano di essere seri e più ci veniva da ridere, come succedeva a scuola. Non avevamo mai fatto un videoclip musicale, ci siamo resi conto di tutte le persone e del lavoro che c'è dietro. La voce della canzone è la mia: sono stato 8 ore in sala d'incisione per cantarla in tre tonalità diverse. Un giorno, per provare, mi hanno fatto andare alle 22.30: siamo stati lì fino alle 2.30 del mattino".

    Ci racconta un aneddoto o una curiosità durante le riprese?
    "La scena in cui Bobo si tuffa in piscina ci abbiamo messo un po' a farla, non voleva buttarsi in acqua perché faceva freddo. Il video promozionale, invece, l'abbiamo provato almeno 15 volte: non riuscivamo a guardarci in faccia che scoppiavamo a ridere, tanto che Bobo si è messo gli occhiali per tentare di rimanere serio".

    Su Instagram è partita la #Bomberchallenge. Qual è il video più assurdo che vi è arrivato?
    "Abbiamo visto di tutto, non sempre cose pubblicabili. Tra i tanti divertenti c'è un video che riprende per intero il videoclip con la nostra parodia. Ce ne arrivano tantissimi con bambini che la ballano e la cantano, fa piacere perché loro sono purezza e ingenuità".

    Che rapporto c'è con Vieri e Adani?
    "Con Lele ho giocato solo un anno all'Inter, con Bobo siamo amici da una vita. Abbiamo fatto 2/3 anni all'Inter, poi siamo stati insieme anche all'Atalanta. Siamo sempre andati d'accordo, in campo io ho accettato il ruolo di suo sostituto. Lui ha capito che davanti aveva una persona pura, non gelosa, che dà il cuore per gli amici. Io sono fatto così".

    Tra i tre è lei l'appassionato di musica.
    "Mi è sempre piaciuta. Ai tempi dell'Inter avevo comprato una pianola che portavo spesso con me, e appena c'era l'occasione la tiravo fuori. E' successo durante un capodanno da Seedorf, al compleanno di Ronaldo o in altre occasioni".

    Punta a un futuro da cantante?
    "E' sempre stato il mio sogno, nella vita non bisogna smettere mai di inseguirli. E' anche quello che dico a mio figlio, che oggi ha quasi 17 anni e vorrebbe fare l'attore. A me è sempre piaciuto fare il cantante alla Ricky Martin, e questa canzone rappresenta un piccolo traguardo. Mi piace cantare, ho bisogno di migliorare e capire le varie tecniche".

    Magari un giorno la vedremo a Sanremo.
    "Calma, non esageriamo. Però chissà, mai dire mai" scherza Ventola tra una risata e l'altra.

    E il calcio?
    "E' stato il mio lavoro. Anche quando ho smesso di giocare ho fatto il commentato prima per Sky, poi ad Abu Dhabi e a Dazn. Se dovessero arrivare offerte soddisfacenti potrei ricominciare a commentare partite, perché no. Quando mi sono ritirato non ho mai pensato di rimanere nel calcio come allenatore, volevo staccare un po' da stress e pressioni che avevo vissuto per tanti anni. Ora però sto pensando di prendere il patentino per essere pronto in caso di eventuali opportunità".

    @francGuerrieri

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