Venerdì 13 e Juventus, a Napoli sono iniziati i riti. Temono il vento del Nord, ma a Marassi solo aiutini
Di solito, una partita come Napoli–Juve è quasi sempre stata calendarizzata come l’ultima gara del weekend calcistico, al massimo anticipata al sabato sera, ma mai giocata di venerdì. Per giunta pure il 13. Cos’è saltato in testa a quelli della Lega? Vero che già un 17 venne esorcizzato dai partenopei nel 2020, vincendo ai rigori una finale di Coppa Italia disputata a porte chiuse, ma era un mercoledì. Stavolta il binomio della sfiga, giorno e data, sembra invece perfetto. A dire la verità, potrebbe ritorcersi pure contro la Juventus, quindi dipenderà dai flussi. Principalmente dal direttore di gara, il buon Salvatore Caiazza lo ha pure scritto chiaro nell’ultimo Napolimania pubblicato su CM: “In 50 mila (ndr. solo?) spingeranno Osimhen e compagni alla vittoria, sperando in un arbitraggio all’altezza della situazione”. Un esplicito messaggio al designatore Rocchi: attento a chi mandi al Maradona. Preoccupazione che arriva, paradossalmente, dopo che proprio il Napoli si è giovato nel week end dell’arbitraggio alquanto discutibile di Abisso a Marassi, bocciato all’unanimità dai perfidi media. Quelli che – Caiazza scripsit - starebbero “spingendo la Juventus”.
Proprio domenica sera, sulle reti Mediaset, il direttore del CorSport Zazzaroni – palesando un’onesta intellettuale non comune - ha dichiarato di tifare Napoli per lo scudetto. E non è il solo, semmai l’amico Ivan è l’unico ad averlo manifestato apertamente. Quindi, caro Salvatore, inizia a scacciare il fantasma mediatico. E dopo Marassi, scaccia pure quello arbitrale. Per la cronaca: un rigore inventato e un altro “burocratico” concessi al Napoli, più un’espulsione doriana che ha consentito alla squadra di Spalletti di giocare un’ora di partita in superiorità numerica. A Marassi si è rivisto un Napoli dominante, certo, ma anche una direzione di gara unilaterale. Si fosse verificata a favore della Juventus non voglio immaginare le reazioni scomposte nel golfo a pochi giorni dalla sfida.
La Juve è abituata ai favoritismi? L’epico infortunio Var con la Salernitana dimostra l’esatto contrario. E dopo quel danno grave non arrivarono nemmeno le scuse di AIA e FIGC (come invece capita alle milanesi), ma solo reprimende da parte di designatore e presidente federale. Con quei 2 punti in più in classifica Napoli-Juve si sarebbe giocata coi bianconeri a –5, in mezzo ad un carosello di riti apotropaici. Che ci saranno lo stesso, pure stavolta, col Napoli campioni d’inverno e a +7 in classifica. Perché a Napoli il terrore del fantasmatico vento del Nord ha contagiato persino fini intellettuali come Saviano. Non c’è scampo. Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio.