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    Van Basten: 'Abolire il fuorigioco. No ai cinesi nel Milan. Se avessi continuato...'

    Van Basten: 'Abolire il fuorigioco. No ai cinesi nel Milan. Se avessi continuato...'

    Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l'ex attaccante del Milan e ora addetto della Fifa all'innovazione tecnologica Marco Van Basten, ha parlato a tutto tondo dell'attuale momento del club rossonero e della rivoluzione che vuole mettere in atto nel mondo del calcio attraverso la Var e non solo.

    INNOVAZIONE - "Porto la mia esperienza e la passione verso uno sport bellissimo. Il più bello. Dobbiamo proteggerlo, renderlo avvincente. Dico una cosa che non farà piacere a tanti dirigenti: bisogna giocare di meno. I tornei a 20 squadre sono stressanti. Avremo calciatori a posto fisicamente e gare più spettacolari. Così evitiamo di vedere Cristiano Ronaldo giocare la finale di Champions a Milano zoppicando e l’Italia decimata dagli infortuni all’Europeo in Francia".


    SU MILAN-NAPOLI - "Ricordo le battaglie con Maradona, vincere era un’impresa: oltre a Diego, c’erano Careca, Giordano, Ferrara... Ma anche noi avevamo tanti campioni e forse eravamo più squadra. Maradona quando è venuto qui a Zurigo è stato contagioso. Per lui il calcio è allegria, trasmette queste sensazioni a chi gli sta intorno. Se sabato tifo Milan? I colori rossoneri sono nel mio cuore, ma soprattutto spero sia una partita spettacolare". 

    IL MIO MILAN - "Ogni allenamento era una festa. Era questo il nostro segreto. Certo, parliamo di un Milan stellare: in ogni ruolo un campione. Ma non si vince così tanto se non c’è armonia. Il rimpianto del ritiro? Il nostro ciclo sarebbe durato altri 3-4 anni. In Italia e nel mondo. In confronto la striscia del Barcellona di Messi sarebbe poca cosa. Sacchi o Capello? Due grandi allenatori, ma personalmente preferisco Capello. Lasciava spazio all’inventiva dei giocatori, ci dava la possibilità di improvvisare. Con Sacchi ogni mossa era studiata in modo ossessivo".

    IL NUOVO MILAN - "Vedere San Siro mezzo vuoto mi mette tristezza. Una cosa inconcepibile ai miei tempi. Al Milan mancano i grandi giocatori, ma pure una struttura moderna. La Juventus ha in rosa dei campioni e lo stadio pieno. Sono stati bravi. Si possono permettere di pagare Higuain 90 milioni di euro, di puntare su un talento come Dybala. Milano ha una città e una regione potenzialmente superiore a Torino e al Piemonte. Sia come bacino di persone, sia a livello economico. Nel calcio arranca, davvero strano. Milano deve stare davanti. E in scia la Juve con Roma, Napoli e le altre grandi città".

    NO AI CINESI - "Non posso pensare ai cinesi padroni di Inter e Milan, due società così gloriose devono restare agli italiani. Non è solo una questione di fascino e storia, di Moratti o Berlusconi. C’è anche la passione: non ha prezzo. No, il Milan ai cinesi proprio non mi va giù. Berlusconi l’ho chiamato per i suoi 80 anni, era un po’ preoccupato perché doveva andare negli Usa per l’operazione al cuore. Il Milan del presidente Berlusconi ha fatto la storia del calcio, gli sarò sempre grato di avermi dato la possibilità di far parte di quella squadra".

    GLI ERRORI DELLA SERIE A - "Avevate il campionato più ricco e più bello. Tutti volevano venire in Italia. Non avete saputo gestire il vantaggio: tra scandali, strutture inadeguate e liti, ora siete dietro. L’errore? Pensare troppo ai soldi: si gioca troppo, si fa tutto per lo spettatore televisivo e nulla per il tifoso, Si pensa solo all’oggi, dimenticandosi del domani". 

    ALLENATORI OK, DIRIGENTI NO - "Siete sempre all’avanguardia, la vostra crisi è solo dirigenziale. Ancelotti era già allenatore quando giocava, teneva i rapporti con tutti. Di Capello ho detto, Ranieri ha fatto qualcosa d’incredibile col Leicester, poi c’è Antonio Conte: vista l’età credo sia attualmente il numero uno. Conte ha dimostrato di essere un grandissimo commissario tecnico con l’Italia e le assicuro, avendolo provato, che non è semplice fare bene con una Nazionale".

    GLI ATTACCANTI - "Conosco bene Higuain, meno Dybala e Icardi. Poi mi dicono di Belotti, non l’ho ancora visto. E sono curioso. Del Torino sapevo di Immobile. In Italia avete una grande tradizione sui bomber, per l’esplosione di un nuovo Vieri è soltanto questione di tempo. Magari lo è già Belotti. Ibrahimovic? Sì, potrei definirlo il mio erede. E’ più forte fisicamente, io lo ero di più col pensiero e anche tecnicamente. Secondo me ha sbagliato a cambiare così tante squadre. Conta pure il cuore, non solo il portafogli".

    MOVIOLA IN CAMPO E ADDIO FUORIGIOCO - "Non si può trasformare il campo di calcio in un tribunale, discutere su ogni fischio dell’arbitro. La moviola, però, è utilissima per evitare gli errori chiari: rigori, gol in fuorigioco, espulsioni. Basterebbe non mandare in pensione quelli considerati avanti negli anni per scendere in campo e metterli davanti allo schermo della Var. Io ho un’idea molto estrema: abolire l’offside. Ma è una mia opinione e credo resti tale. Sicuramente non vogliamo più vedere le scene da far west con tutti i giocatori che circondano il direttore di gara dopo un provvedimento contrario. E’ una brutta immagine soprattutto per i ragazzi che guardano la tv. Ecco perché pensiamo a delle sanzioni, come un giallo, per chi non rispetta queste regole".


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