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Vai, Italia: la Germania non è invincibile. E Prandelli può fare un altro capolavoro
Punto primo: per favore, non ricominciamo conlo spread, la guerra dello spread, il derbyello spread, i Pigs, gli eurobond e tutte le altre insopportabili facezie socio-psico-economico-pallose ammanniteci prima di Germania-Grecia dai tuttologi, quelli che vanno sempre nel pallone non sapendo che cosa sia un pallone.
Perché, stasera, si gioca Germania-Italia, tutta un'altra musica e la partita non è fra Angela Merkel e Mario Monti. La partita è fra gli azzurri 4 volte campioni del mondo, 1 volta campioni europei e olimpici e i tedeschi 3 volte campioni del mondo, 3 volte campioni europei, con 15 vittorie consecutive all'attivo e, tuttavia, mai capaci una volta di battere la Nazionale nella fase finale di un campionato mondiale o europeo. In palio c'è la finale del 1° luglio a Kiev.
Punto secondo: i tedeschi sono favorit. Meglio così. I tedeschi sono convinti di eliminarci: ancora meglio. I tedeschi hanno la testa dura: anche noi. Joachim Loew che nel 2006, a Dortmund, era in panchina accanto a Jurgen Klinsmann, fulminato dai gol di Grosso e Del Piero, ha capito tutto: "Rispetto a sei anni fa gli italiani giocano molto meglio. Pirlo è il calcio e Buffon è pazzescamente il più forte".
Anche Prandelli ha capito tutto dei tedeschi: "Preferisco attaccare e prendere un gol in contropiede piuttosto che difendermi e prendere un gol comunque". Lapalissiano. In fondo, il principio della rivoluzione di Cesare è tutto qui: se giochi bene, qualche volta puoi anche perdere, ma molto più spesso vinci. In due anni, il selezionatore ha rifatto i connotati alla squadra spazzata via in Sudafrica da Slovacchia, Paraguay e Nuova Zelanda (trionalmente qualificatasi ai mondiali dopo avere eliminato anche Vanuatu). Prandelli ha dato un gioco e un'anima all'Italia che non c'era più.
Per questo, ora lo vuole mezzo mondo e Abete trema al pensiero che non rimanga sino ai mondiali brasiliani del 2014. Vedremo. Per questo, stasera riparte dall'Inghilterra, cioè dalla più bella partita della sua vita e una fra le più belle delle nostre. Trenta tiri in porta, 68 per cento di possesso palla, 5 palle-gol, Pirlo superstar con il cucchiaio, Buffon paratutto, Diamanti che decide sotto gli occhi di 22 milioni di italiani. Stasera è presumibile siano ancora di più. Sicuramente, saranno più forti delll'incredibile disservizio pubblico che, quanto a telecronache narcolettiche,
gaffes e papere in quantità industriale, sta battendo ogni record. Con l'aggravante che, per per seguire questo festival dell'orrore, paghiamo pure il canone.
Se Chiellini conferma il recupero, rientra in difesa ed esce Balzaretti. Abate ce la fa. De Rossi pure. Il romanista e Pirlo formano la coppia di centrocampisti più forti del mondo: in questo momento, sono più forti anche di Xavi e Iniesta. Marchisio è in forma. Assieme ai due compagni di reparto è l'azzurro che ha giocato di più (390').
A proposito: è inutile che l'italiano Giorgio Marchetti, direttore di Euro 2012, ci prenda per i fondelli dicendo che il demenziale calendario delle semifinali (all'Italia 48 ore di recupero in meno della Germania) era stato deciso tre anni. E allora? L'Uefa ha avuto tre anni di tempo per cambiarlo e non l'ha fatto. Perchè? Perchè comanda la tv che voleva quarti di finale e semifinali sfalsati e sempre in notturna. La verità è questa, il resto è fuffa. Prandelli ha fatto bene a sollevare il problema, rifuggendo però da qualunque vittimismo. Come dire: partiamo sfavoriti, abbiamo avuto pure due giorni in meno per recuperare le fatiche dei supplementari e dei rigori con gli inglesi, ma non abbiamo paura.
Il ct non ha manco timore di riproporre dall'inizio Cassano e Balotelli. Anche se il primo, al massimo ha un'ora di autonomia nelle gambe, ma, avverte Cesare, non conta la quantità. Conta la qualità. E Mario mangiagol? Mario si sbloccherà, Prandelli ci crede. Noi pure. E, se non si sblocca, ci sono Diamanti e Di Natale.
Anche nel calcio, la Germania ha problemi di abbondanza. Loew tiene sulle spine Gomez e Klose. Alle loro spalle, c'è di tutto e di più: se stanno fuori Muller e Podolski ci sono Schurrle e Reus, senza dimenticare Goetze e Kroos. E se Boateng a volte traballa, sono intoccabili Neuer, Lahm, Badstuber, Hummels, Khedira e Schweinsteiger. Ozil, invece, è unico.
Sinora, la differenza più evidente fra le due squadre è che i tedeschi tirano di meno e segnano di più. Ma in 4 gare hanno incassato 4 gol rispetto ai 2 degli azzurri. Vorrà dire qualcosa? Sì. Che nulla è impossibile. A forza di ripeterlo e di ripeterselo, gli azzurri hanno capito che è vero.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com