Uragano Milan sull'Arsenal, Juve e Parma tartassate da arbitri mediocri
Come un uragano, il Milan formato Champions spazza via l'Arsenal di Wenger, grande perdente di successo che allena i Gunners dal 1996, ma con loro non vince nulla dal 2005. Da 222 partite in Europa, l'Arsenal non perdeva con 4 gol di scarto.
In una notte degna del club che ha vinto 7 coppe dei Campioni, Boateng e due volte Robinho firmano la miglior prova stagionale dei rossoneri. Allegri azzecca ogni mossa, Wenger le sbaglia tutte. I Gunners vengono schiantati dal pressing forsennato dei campioni d'Italia che con loro, avevano un conto in sospeso dal 2008, quando gli inglesi li eliminarono e Oltremanica celebrarono l'impresa con la solita spocchia, manco avessero vinto il trofeo. Transeat.
Il ritorno di Boateng, la leadership di Ibra, la doppietta dell'ex mangiagol Robinho, il muro difensivo Thiago-Mexes, la grandezza di Abbiati la cui risposta sul tiro al volo di Van Persie è stata degna di un campione: tutto ha funzionato alla perfezione, tanto che nemmeno l'infortunio inixiale di Seedorf ha scompaginato i piani di Allegri.
L'allenatore si è preso una bella rivincita sui critici e anche sulle frazioni della sua tifoseria che l'avevano mandato alla sbarra , prima di Udine, quando il Milan aveva inanellato 3 sconfitte in 5 gare fra campionato e Coppa Italia.
La verità può essere banale, ma è sicuramente incontrovertibile: un conto è guidare questa squadra ad organico pieno e un altro stilare la formazione dovendo contare anche 13 indisponibili, fra infortunati e squalificati.
La sfida con l'Arsenal finisce fra 90 minuti e, all'Emirates Stadium è prevedibile che il Milan si ritroverà davanti tutto un altro avversario. Perlomeno, deve auspicarlo Wenger, che a San Siro ha incomprensibilmente tenuto in panchina Oxlade-Chamberlain per oltre un'ora, mentre ha inserito Henry all'inizio della ripresa, facendo un buco nell'acqua. Stavolta non c'è stato nessun colpo di mano del francese, già testimonial Unicef che con una plateale scorrettezza non vista dall'arbitro Ovrebo, nella primavera 2010 mandò in gol Gallas eliminando l'Irlanda del Trap dalla corsa ai mondali sudafricani.
L'ovazione che San Siro ha tributato a Boateng, quando è uscito per essere rimpiazzato da Ambrosini, è stata il giusto premio alla prova del ghanese, il secondo giocatore indispensabile al Milan (il primo è Ibrahimovic).
I rossoneri hanno chiuso alla grande un mercoledì da leoni: la schiacciante vittoria sull'Arsenal è stata preceduta dal pareggio della Juve a Parma. I bianconeri hanno lasciato i rivali ancora soli in testa, anche se i primi devono recuperare la gara con il Bologna.
Conte ha attaccato a testa bassa gli arbitri, che sinora hanno accordato alla Juve un solo rigore in 22 partite di campionato. Conte ha fatto bene, perchè la mediocrità tecnica degli uomini di Nicchi e Braschi è orripilante. Donaodni ha glissato con eleganza, Ghirardi ha polemizzato con il bianconero rivendicando il torto subito anche dalla sua squadra.
Al Tardini, Mazzoleni ha danneggiato sia i bianconeri sia gli emiliani, negando due rigori netti ai primi e un altro ai secondi. A Bergamo, la direzione di Doveri è stata pessima e l'Atalanta reclama ancora un penalty per fallo di mano di Carvalho: poi ci ha pensato Marilungo a sistemare le cose.
L'importante è far finta di nulla e continuare a ripetere che gli arbitri italiani siano i migliori del mondo. Due che ci credono ci sono di sicuro: Nicchi e Braschi.
Xavier Jacobelli
direttore quotidiano.net