Uno juventino a Roma: 'Più lontano sei da Torino, più brilla la stella bianconera'
Omar Savoldi
La vita mi ha portato a vivere in molte città italiane. Paradossalmente, quella in cui mi sono sentito uno juventino tranquillo, quasi tiepido, è stata Torino e non perché coincise con stagioni mediocri o fallimentari, targate pere esempio Maifredi. Vi ricordate Maifredi? Quello del calcio Champagne, ribattezzato dopo poco “Calcio Prosecco”? Una specie di Zeman dei poveri, che predicava attacco, velocità, aggressività col risultato di prenderne in media 3 a partita. La paciosità juventina a Torino, forse era causata dal fatto che il mio tifo era nato in Toscana, trasferito a Milano, rimbalzato a Roma. In luoghi in cui non ero abituato a sentirmi a casa mia. La Juve è una squadra che sembra fatta apposta per gli apolidi, per i senza patria, per i nomadi. Per coloro che come residenza hanno la Terra, non un campanile o una strada. E’ una stella, che guardi sotto ogni cielo; un vessillo, che ti porti dentro, piegato in te e più lontano vai più lo guardi, più interiormente lo accarezzi. LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO SU ILBIANCONERO.COM