Unicredit anticipa:| Montella, quotazioni in rialzo
Unicredit vola a Boston. Obiettivo: la firma per la cessione della Roma al gruppo guidato da Thomas DiBenedetto. Una firma che, le parti, sono convinte di riuscire ad apporre in tempo per venerdì. La data, forse un po' forzata, fissata due settimane fa a Roma.
MISSIONE UNICREDIT A BOSTON - Gli uomini della banca sono partiti per Boston nella mattinata di oggi: in anticipo sui tempi i vertici dell'istituto milanese, il vice direttore generale Paolo Fiorentino e il responsabile del corporate banking Piergiorgio Peluso, attesi inizialmente per domani e che sbarcheranno invece nella serata al Logan International della città americana insieme ai legali Cappelli, Tesei e Lo Curto dello studio Grimaldi che cura gli interessi della banca. Verso il Massachussetts si è mosso oggi anche l'avvocato Baldissoni dello studio Tonucci, che ha assistito DiBenedetto e soci nell'affare Roma. Appuntamento già stasera per i primi rilievi tra legali, per completare la scrittura degli allegati dei contratti. Il lavoro proseguirà anche domani, quando arriverà dalla Florida anche DiBenedetto. Venerdì, la prima riunione tra Fiorentino e Peluso e gli americani DiBenedetto e Pallotta, uno degli elementi di spicco del sodalizio e leggenda del mondo finanziario statunitense. Ancora incerta la presenza degli altri due soci, Ruane e D'Amore, anche se alla banca non dispiacerebbe trovarsi davanti il gruppo al completo. Come d'abitudine, l'incontro sarà soprattutto occasione per proposte e discussioni,
una partita da giocare, insomma. Ma con un finale che, tutti, pensano davvero possa essere già scritto.
ROMA 2000, POTERE DI FIRMA A ZIMATORE - Anche per questo oggi in serata si è riunito il cda di Roma 2000, società partecipata dai Sensi (51%) e Unicredit e che controlla il 67 per cento della Roma. Un appuntamento tra il presidente Attilio Zimatore, Rosella Sensi e Antonio Muto di Unicredit, indispensabile per deliberare il potere di firma ad una singola persona, il presidente del consiglio d'amministrazione Zimatore, per approvare l'eventuale accordo sulla cessione della Roma. Mossa preventiva in attesa della svolta americana, che tutti, e stavolta davvero tutti, attendono per le prossime ore bostoniane.
MONTELLA PUÒ RESTARE - Cosa hanno in comune Guardiola, Villas Boas e Montella? Apparentemente nulla. Tutti e tre, però, sono stati contattati da Franco Baldini: obiettivo, parlare di un futuro alla guida tecnica della Roma. I primi due hanno per motivi differenti dovuto rinunciare (per ora). Il terzo, con la panchina dell'Olimpico sta prendendo confidenza da qualche tempo. E non è escluso possa rimanerci seduto almeno un altro anno. Una cosa è certa: l'identikit dell'allenatore ideale per la nuova Roma è quello di un professionista lanciato, giovane e abituato a lavorare con i giovani. Che il sogno di Franco Baldini fosse Pep Guardiola, non è una novità. Il "no, grazie" del tecnico, che con Baldini aveva costruito un rapporto già ai tempi della sua breve esperienza romana da calciatore, aveva fatto dirottare gli interessi verso la stella emergente del calcio europeo: André Villa Boas, due anni meno di Totti ma già campione di Portogallo con il Porto (con 5 giornate di anticipo) al secondo anno da allenatore. Un 'enfant prodige', proprio come Guardiola due anni fa. Deve invece ancora dimostrare di poter seguire orme così illustri Montella. Che però, nelle prime 7 giornate da allenatore, ha raccolto 14 punti: una media netta di 2 punti a gara, contro quella di 1,5 delle prime 25 giornate con il predecessore Ranieri.