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Under 20 e Under 19, l'Italia ha un futuro che non può essere sprecato!
Sono passati ormai 16 giorni da quei nefasti pensieri e il disfattismo dilagnate (per citare Gravina) è stato messo da parte dalla bellissima cavalcata e dalla vittoria finale dei nostri ragazzi che, 20 anni dopo l'ultima volta sono tornati ad alzare la coppa diventando Campioni d'Europa. Merito fra gli altri proprio di Bollini, capace di creare un gruppo solido e in gradi di divertirsi con il pallone, che ha ricavato da un gruppo di ragazzi poco celebrato (quello dei 2004, l'annata più provata dallo stop dei campionati per colpa del covid) un trionfo che non può che farci sorridere.
Sì perché se l'Italia Under 17 partecipa alle final 8 dell'Europeo, se l'Under 19 lo vince e se l'Under 20 arriva a giocarsi alla pari la finale di un Mondiale, significa che il movimento non è per niente morto e anzi, è in salute alla sua base, mentre sta agonizzando lentamente al suo vertice. La differenza fra un successo e una sconfitta in campo è spesso e volentieri fatta da episodi, ma se le tue selezioni giovanili arrivano sempre a competere più che alla parti con le altre più quotate, significa che il lavoro di fondo è positivo.
Ciò che manca, e che spesso mette questi ragazzi promettenti in grande difficoltà, è il passaggio, il salto, dai tornei giovanili alle prime squadre. Molti dei ragazzi che, già dall'Under 17 e ancor più in Under 19, gli Azzurrini si trovano ad affrontare spesso e volentieri sono già aggregati alle proprie prime squadre, molti giocano anche, alcuni addirittura con costanza e continuità. In Italia quel passaggio è per larghi tratti un baratro, perché dalla Primavera al calcio professionistico in pochi riescono a trovare spazio, per i più fortunati ci sono poco più che scampoli di partita, ma spesso e volentiri i top club si ritrovano a faticare nel piazzare i propri talenti in prestito in Serie C o Serie B , senza che in cambio venga chiesta la luna.
Spesso, inoltre, le difficoltà a bilancio spingono i club a considerare questi ragazzi come assegni circolari da incassare sul mercato e non come un potenziale investimento per il futuro. La creazione delle squadre B (su cui solo Juve e Atalanta stanno puntando) non può essere l'unica soluzione. La Figc e Gravina non vogliono sentire disfattismi? E allora agiscano, facciano qualcosa per tutelare i nostri talenti. L'Italia un futuro ce l'aveva e ce l'ha, semplicemente non può più essere sprecato.
@TramacEma