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  • Una sola domanda: al Milan chi comanda?

    Una sola domanda: al Milan chi comanda?

    • Andrea Distaso
      Andrea Distaso
    C'è una domanda, più di qualunque altra e più di qualunque questione di campo tra le tante che sono alla base del disastroso periodo attraversato dalla squadra di Sergio Conceiçao, per la quale in tanti vorrebbero ricevere una risposta. Al Milan chi comanda? Chi è realmente la mente delle scelte e delle operazioni condotte principalmente dall'estate scorsa ad oggi, quando alle figure dirigenziali già presenti si è aggiunta quella – non inquadrabile nell'organigramma del club rossonero – di Zlatan Ibrahimovic? Partner in affari di Gerry Cardinale e consulente, per conto di RedBird, sul mondo Milan a 360°. Il quesito è rimasto inevaso per parecchio tempo e le vicende – e le parole – degli ultimi giorni e delle ultime ore non solo non hanno contribuito a fare chiarezza, ma hanno addirittura la sensazione di confusione che aleggia attorno al club di via Aldo Rossi.

    IBRAHIMOVIC: "NON ABBIAMO PAURA, SIAMO IL MILAN ROCK AND ROLL"

    A più riprese, nel corso di questa complicatissima stagione, Ibrahimovic ha rivendicato con orgoglio il suo ruolo di “voce del padrone”, di espressione sul suolo italiano di Cardinale. Che all'ex campione svedese ha affidato il controllo totale della società Milan, dalle semplici questioni di campo alle decisioni comunicative, passando anche per il marketing. Se la 2024/2025 può essere considerata come quella dell'inserimento, graduale ma sempre più concreto ed invasivo (dopo i 6 mesi di osservazione da dicembre a giugno 2024), la prossima annata dovrebbe essere nelle intenzioni quella della definitiva consacrazione di Ibrahimovic da plenipotenziario del club rossonero a gestione RedBird. A cominciare dalla scelta di un direttore sportivo che colmi il vuoto generato dall'allontanamento di Maldini e Massara e dalla gestione descritta come collegiale delle ultime quattro finestre di mercato e della quotidianità dello spogliatoio e di Milanello. Gli incontri con Fabio Paratici e Igli Tare vanno per l'appunto in questa direzione, a rivendicare il proprio ruolo apicale nella struttura, pur non essendo formalmente un dirigente del Milan.

    E' CORSA A DUE PER IL NUOVO DIRETTORE SPORTIVO

    Passano poche ore dalle indiscrezioni sul futuro ds e Giorgio Furlani, amministratore delegato che da tempo aveva drasticamente ridotto la sua presenza a livello mediatico, torna a prendere la parola. Ufficialmente per rispondere alla forte contestazione da parte della tifoseria e offrire la versione dei fatti da parte della società, ma rivendicando al tempo stessa la centralità della sua figura in ogni tipo di aspetto decisionale della vita del club. Assumendosi, da una parte, una fetta delle responsabilità per gli errori e le scelte rivelatesi poco lungimiranti nel corso della stagione, puntualizzando dall'altra che, in quanto massima espressione nell'organigramma del club, ogni firma sui contratti e ogni approvazione passi da lui. Come avverrebbe in una qualsiasi struttura aziendale.

    FURLANI: "ECCO COME STANNO LE COSE CON IBRA"

    A livello di sensazioni, da un lato un Zlatan Ibrahimovic che si “appropria” del ruolo di massima responsabilità dal punto di vista delle decisioni sportive – anche e soprattutto in considerazione dei suoi lunghi trascorsi di calciatore – e indirizza le strategie su acquisti, cessioni e allenatori; dall'altro, il dirigente più importante in carica del Milan che, dopo essere stato punto di riferimento ed espressione dell'ex proprietario e attualmente vendor di Cardinale, il fondo Elliott, da dipendente di RedBird avoca a se stesso il diritto e dovere di pronunciare l'ultima parola anche su una materia nella quale, per sua stessa ammissione, il suo grado di esperienza non è elevatissimo. La sorprendente gestione dell'ultimo mercato di gennaio, in totale discontinuità con quello dell'estate precedente – e non soltanto – sembra alimentare l'idea di una serie di contraddizioni non ancora risolte all'interno del Milan, che conducono poi alla domanda. Chi è che comanda?

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