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    Una Roma triste perde facilmente col Real: ma quando vincerà una partita?

    Una Roma triste perde facilmente col Real: ma quando vincerà una partita?

    • Mino Fuccillo
    Facile. Partita facile, facile da perdere. E facilmente la Roma l'ha persa. Per quasi un tempo intero la speranza di olsenianamente pareggiarla la partita. Olsen che le parava: uno, due, tre, quattro. Ma era speranza a scadenza, speranza a miccia corta.

    La Roma l'ha persa senza neanche troppo dolore e fatica. Fin da prima che fosse giocata, già dal calendario del Girone di qualificazione, quella col Real al Bernabeu era per la Roma come...una malattia esantematica. Di quelle che, come si dice, si devono fare. Si devono fare da piccoli.
    E piccolo d'età infatti è il Girone: non era previsto, non era nel conto e non è stato qui che la Roma doveva trovare punti in classifica per qualificarsi. La Roma che vuole arrivare seconda ci sta che a Madrid vada a perdere. Facile.

    Ma se di sicuro piccolo d'età è il girone della Roma, la Roma che dimensione ha? E' stato scritto e detto di una squadra amorfa. Scritto e detto prima che venisse a Madrid. E invece no, non è amorfa. La Roma è insieme tosta e triste. Vibra su queste due corde, in assonanza con il suo allenatore Di Francesco. Triste come quel contropiede a metà del primo tempo che era 4 in maglia rossa e due in maglia bianca e 4 a due ha fatto zero. Zero tiro in porta. Contropiede triste perché lì davanti c'era e c'è la consistenza budinosa di Under e El Sharaawy. Non solo qui stasera, a Madrid. Ma più o meno sempre in media: il budino in certi pranzi è gustoso, grazioso ma ha questa caratteristica: tremola nelle prestazioni. E così sono nella Roma El Shaarawy e Under. Di dolcissima budinosa consistenza.

    Dietro, là dietro i Manolas, Fazio, Kolarov sono tosti. Ma soffrono di usura. Non anagrafica. Diciamo operativa. Non è vero, come già ci si lamenta a Roma, che di Kolarov dello scorso anno sia rimasta la sola fotografia. Ma la somma dei tre, Kolarov, Fazio e Manolas, ha aumentato la lentezza di gruppo. Facciamola semplice: la difesa è lenta. Resta tosta ma intristisce lenta.

    In mezzo... in mezzo vai a sapere. La Roma ha schierato finora in mezzo al campo, come dire, questo mondo e quell'altro. Assortimenti diversi di tre giocatori in mezzo. De Rossi il più tosto. Nzonzi il più triste. Per restare a stasera. Zaniolo, 19 anni, il meno tosto e il meno triste nel giocare. Là davanti insieme, ma mica tanto, a Under e El Shaarawy, Dzeko appeso, esposto all'intemperia del non gioco. Come una camicia di buona, buonissima stoffa lasciata ad infeltrire su una stampella.

    Mischia e componi il tutto e hai la Roma che in svantaggio va ad attaccare e si prende azioni di risposta del Real che la tagliano a fette. Arranca Manolas dietro Bale ed è due a zero.
    Facilmente la Roma perde la partita. Partita facile da perdere. La malattia se l'è fatta, la malattia infantile del Girone, una batosta al Bernabeu e via. Così era in qualche modo scritto e atteso, bad news ma, se arriva contro il Real alla prima del girone, non è quasi news.

    Però Perotti era meglio fin dall'inizio e Under meritava di uscire fin dall'inizio. E Nzonzi, tra lui e Pellegrini sembra gara a chi tanto bene non sa che fare e fa finta di fare tanto per fare. e Kolarov non ne è rimasta la fotografia no, ma un filmino sì, quello sì, solo quello. E Florenzi fa il suo, ma qual è il suo? La buona notizia per la Roma da Madrid è che Olsen para, eccome se para. La conferma, non la conferma ancora no. Diciamo il dubbio, il sospetto, l'indizio che Madrid conferma e rafforza è che tosta, triste e anche un po' solitaria...in campo.

    Questa la Roma, sola, un po' sola in campo con se stessa. Rocciosa anche nella testa. Perché Di Francesco non è uno di quelli che leggono la partita e la cambiano nel durante. Quelli che riescono a far questo dalla panchina sono pochissimi. Certo che se per cambiare una partita, o provarci, hai quel ragazzone bello e inutile, tristemente inutile. Quello dal cognome corto, tristemente inutile da quando è arrivato a Roma e ormai son due stagioni...

    Facile. Partita facile. Facile da perdere e la Roma l'ha facilmente persa. Gol presi solo due, anzi tre perché verso la fine il Real si divertiva. Fin qui poco danno. Il difficile al momento è avere la sicurezza che la Roma possa vincere la prossima di partita. Non la prossima contro il Real, no la prossima di campionato e di Champions.

    Il tabellino

    Real Madrid-Roma 3-0 (1-0 primo tempo)

    Marcatori: 44′ Isco, 14’st Bale, 46’st Mariano

    Assist: 14’st Modric

    Real Madrid (4-3-3): Navas; Carvajal, Sergio Ramos, Varane, Marcelo; Modric (40’st Ceballos), Casemiro, Kroos; Bale (28’st Mariano), Benzema (18’st Asensio), Isco
    All.: Lopetegui

    Roma (4-3-3): Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Nzonzi (24’st Schick), De Rossi, Zaniolo (9′st Lo. Pellegrini); Under, Dzeko, El Shaarawy (17’st Perotti).

    All.: Di Francesco

    Arbitro: Kuipers

    Ammoniti 23′pt Ramos, 44′pt De Rossi, 31’st Dzeko

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