Un uomo di Berlusconi cerca nuovi soci per salvare il Milan: no di Fininvest
L'UOMO DI SILVIO - Per scacciare l'incubo di Li (383 milioni di euro, interessi compresi, da restituire al fondo Usa Elliott entro ottobre 2018) servono nuovi finanziatori. Tra le forze messe in campo per sondare il terreno c'è un consulente esterno di lusso, ben noto all'universo berlusconiano: il professor Roberto Poli, già presidente di Eni dal 2002 al 2011 nominato dall'allora premier (che avrebbe poi scelto come ad il manager Paolo Scaroni, oggi nel Cda del Milan come riferimento del fondo Elliott) e attuale membro del Cda di Fininvest. La stessa Fininvest sarebbe stata sondata per un clamoroso rientro nel Milan, ma avrebbe rifiutato.
IL PUNTO - A fine ottobre Fassone ha annunciato il rifinanziamento del debito, attraverso l'advisor londinese Bgb Weston (gestito da manager italiani, alla cui parte immobiliare collabora l'ex dirigente juventino Giraudo). L'obiettivo era anche il rispetto del piano di rientro finanziario volontario, che l'Uefa esaminerà il 7 e l'8 dicembre. Ma tra le banche interpellate per sostituire Elliott, Goldman Sachs ha detto no e Merrill Lynch si è detta disponibile a rifinanziare il debito del Milan, non quello della Rossoneri Lux di Li. Una trattativa è iniziata con Hoghbridge, altro fondo Usa. Si parla (oltre a quelli da restituire a Elliott) di un nuovo prestito a tre anni da 100 milioni a Li, soffocato anche dai mancati introiti della Champions lontana e del mercato cinese, sovrastimati nel primo piano presentato all'Uefa (90 milioni all'anno, il Barcellona ne fattura 13), poi corretto secondo realismo. Urgono nuovi soci, che affianchino Li o che siano pronti a rilevare il Milan se finisse a Elliott.