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Un mese fa la notte che cambiò la nostra vita: Juve-Inter, il lockdown, l'assalto alle stazioni. Sono morti 17 mila italiani
L’8 marzo fu il giorno di Juve-Inter 2-0, l’ultima grande partita disputata in Italia (il giorno dopo, Sassuolo-Brescia e Chievo-Cosenza furono proprio le ultime). Le porte chiuse. Il gol di Ramsey, la magia di Dybala: come scordarli? Resteranno, a loro modo, nella storia. Pochi giorni dopo proprio l’argentino della Juve avrebbe annunciato di essere positivo al Covid-19. Quell’abbraccio con i compagni dopo il gol ai nerazzurri… Le positività di Rugani e Matuidi.
Quello fu anche il week-end delle code presso gli impianti sciistici. Giovedì 5 era arrivato l’ordine della chiusura delle scuole in tutta Italia. In tanti (sciagurati?) ne approfittarono per concedersi un ultimo week-end sulle piste. Che rabbia per chi aveva già capito che non c’era nulla da scherzare… Codogno e il dramma del lodigiano non avevano ancora insegnato nulla…
Si arrivò, infine, alle drammatica notte fra l’8 e il 9 marzo. I lavori in corso per il decreto che dava l’avvio al lock down, la fuga di notizie, la folla corsa alle stazioni del Nord (emblematico l’assalto alla Centrale di Milano) da parte di centinaia di persone, per tornare a casa, al Sud. A portare il virus… E poi nella notte il decreto e la chiusura: tutti a casa! Restate a casa. Quella mattina ci svegliammo tutti in un’Italia diversa da quella in cui ci eravamo addormentati (per chi ce l’aveva fatta, quella notte, a prendere sonno).
Era l’8 marzo. E’ passato un mese. Sono morti oltre 17 mila italiani.