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L'Inter dei musi lunghi e delle frivole coscienze: un unico problema dal 2012
LA SOMMA DELLE COSCIENZE - Dietro alle difficoltà di natura tecnica, che esistono, se ne nascondono altre più pericolose. Nello spogliatoio nerazzurro aumenta qualche muso lungo, un malcontento contagioso che piano piano si insinua e istiga quelli che invece a inizio campionato seguivano compatti gli ordini di Spalletti. L’Inter, che in campionato non vince dal 3 dicembre, si mostra priva di passione. Forse perché la somma individuale delle varie coscienze non raggiunge la sufficienza, al di là delle bugie che Spalletti racconta a fin di bene. Sta di fatto che quel gruppo che si stava meritando i record di presenze allo stadio sta rapidamente scomparendo, e non per mediocrità tecnica, ma per pochezza umana.
IL MOMENTO DELLA VERITA' - Perché se si concentra il problema sotto l’aspetto tecnico, non c’è Spal che tenga: l’Inter a Ferrara deve vincere o quantomeno dominare il gioco. E invece manca equilibrio negli atteggiamenti, come ha spiegato lo stesso Spalletti al termine del match. Alti e bassi direttamente proporzionali alle armonie di uno spogliatoio fragile, ai bronci di chi vorrebbe essere altrove o di chi racconta agli amici che si esprime su bassi livelli perché impiegato male dal tecnico. E si sa, quando la ricerca dell’attenuante prevale sulla ricerca della soluzione, il guaio è vicino. All’Inter serve un cambio di tendenza, una presa di coscienza che annulli la voglia di protagonismo. Il lungo percorso delle 22 gare giocate ha condotto al momento della verità, mai come adesso Spalletti ha bisogno del sostegno della società e probabilmente ad Appiano Gentile è giunto il momento di alzare la voce. Compito che spetta alla classe dirigente. Il cambio di tendenza o la discesa inesorabile dipende solo da loro.