Un cappuccino con Sconcerti: vincere sazia, ma non massacriamo gli Azzurri
Mario Sconcerti
Spero non basti un pareggio con la Bulgaria per scendere tutti dal carro dei vincitori. E’ stata una partita in cui abbiamo perso freschezza di gioco e di idee, c’è stato impegno di fondo, non cattiveria. Ma nessuno vive di sole vittorie. E’ normale cercare sempre di capire quello che accade, meno normale è giudicare sempre. Non siamo stati mai una squadra di campioni assoluti, ma siamo i campioni d’Europa. Non è un peccato. Abbiamo giocato partite finite con lo stesso punteggio con Spagna e Inghilterra appena cinquanta giorni fa beandoci tutti del trionfo, senza discutere niente. Se adesso viene il tempo di restituire qualcosa, facciamolo e basta. Il conto è attivo. Ascolta "Vincere sazia, ma non massacriamo gli Azzurri" su Spreaker.
Vincere sazia, questo è abbastanza normale e comunque capita. Nel settembre dell’82 giocammo la nostra prima partita da campioni del mondo. Era all’Olimpico, contro la Svizzera. Perdemmo uno a zero. Erano gli eroi di Spagna, gente immortale, fecero peggio di questi eroi attuali. Non sarebbe giusto prendere l’Italia di ieri come modello di futuro, non se lo merita l’Italia e non lo merita nemmeno il buon senso. Non corriamo a giudicare, non sarebbe serio. Aspettiamo almeno altre due partite, una settimana. Ce la faremo a resistere?