Un cappuccino con Sconcerti: senza Ronaldo la Juve deve diventare un'altra. E non è facile
La squadra da più di due anni gioca avendo come primo pensiero quello di occupare il campo lasciando a lui completa libertà di azione. Fu la prima piccola prigione d’oro per l’ultimo Allegri, continuò ad esserlo per Sarri, che furono comunque ripagati da una presenza costante, quasi ossessiva di Ronaldo. Lo scorso campionato segnò da solo il 40% dei gol della Juve. Non averlo in campo toglie ora il vero riferimento tattico, la prima necessità a cui la quadra è stata abituata. Senza Cristiano, nel bene e nel male, la Juve è costretta a diventare un’altra squadra. E in un momento in cui deve ancora costruire se stessa, è molto difficile riuscirci.