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  • Un cappuccino con Sconcerti: la nuova Superlega democratica, una svolta piena di dubbi

    Un cappuccino con Sconcerti: la nuova Superlega democratica, una svolta piena di dubbi

    • Mario Sconcerti
      Mario Sconcerti
    La Superlega cambia idea e rilancia. Se ne fa un gran parlare dopo le ultime indiscrezioni giornalistiche. La novità segna una svolta importante, dice che il nuovo campionato sarebbe aperto, non ci sarebbero squadre sempre presenti, e che sarebbero i risultati a decidere retrocessioni e promozioni. Se fosse così davvero, se si parlasse di assoluta democrazia nelle partecipazioni, si potrebbe continuare a dire che c’è già la Champions, ma sarebbe utile comunque sapere cosa offre la Superlega di più e di diverso. In sostanza la discussione da politica  e sportiva, diventerebbe essenzialmente economica. Che non è però una piccola cosa.

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    Se la Superlega è stata pensata per fruttare tra i 250 e i 350 milioni a stagione per ognuno dei quattordici club fondatori, come era nel progetto iniziale, cosa è successo adesso di quei soldi? I club fondatori ci hanno rinunciato o continueranno a prenderli? E se c’è ancora una grande banca che paga, lo farà con tutte le squadre partecipanti o solo con alcune? In sostanza, c’è davvero una nuova ricchezza a disposizione di tutto il calcio, o i club fondatori stanno cercando semplicemente avversari che li aiutino a pagare i loro debiti?
     

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