Un cappuccino con Sconcerti: la differenza della Juve. O vince la Champions o non esiste
I tifosi della Juve annunciano una sindrome particolare, quella dell’eterna scontentezza. E’ una sindrome seria, coinvolge tutto il calcio e l’interesse che lo riguarda. Ma stando a quel che si sente non esiste più uno juventino soddisfatto. Si era contro Allegri un anno fa, si è sempre stati contro Sarri in questa stagione. Non entusiasma Pirlo. Nemmeno si festeggia il nono scudetto che pure è un record eccezionale, così come non si era festeggiato il sesto, il settimo, l’ottavo.
C’è una juve, una juventinità, che è andata oltre, è diventata ingestibile. Cosa significa non essere più felici di niente? Si vuole la Champions, d’accordo, ma è lecito nei sentimenti farne una condizione? Forse c’è nei tifosi della Juve qualcosa di diverso dalla nascita. Il calcio è una cosa che difende se stessa, il tifo nasce per difendere le proprie radici. La Juve è l’unica squadra senza una città dietro le spalle, è una squadra di tutti. E’ questa globalizzazione che costringe a riconoscerla solo nella vittoria. Non sei noi stessi, sei quello che vinci. Altrimenti non esisti.