Un cappuccino con Sconcerti: il potere, i pellerossa e l'avvocato Agnelli, il primo che mi scelse
Mario Sconcerti
Amici miei due: dovessi misurare la qualità della vita sulle vittorie degli altri non avrei più il fegato. Certo che si può tifare per i potenti, ma converrete che è molto più comodo essere americani che pellerossa. Molti lo fanno, molti altri cercano nella squadra un’identità esistenziale. Non per questo uno è migliore dell’altro, mai. Altre piccole precisazioni. 1) Non ho mai scelto dove lavorare. Per fortuna sono stati gli altri a scegliere me. E io li ho ripagati lavorando bene. Con i potenti ho chiuso sempre in pareggio. 2)Io non so chi siete voi, conosco il vostro nick name; voi di me sapete quello che volete. Potete perfino cercare notizie sull’ Enciclopedia Treccani. 3) Adoro i cento anni della famiglia Agnelli alla Juve, hanno fatto la storia e rappresentato il nostro calcio con intelligenza. Io non parlo di squadre, parlo di voi. Ascolta "Il potere, i pellerossa e l'avvocato Agnelli, il primo che mi scelse" su Spreaker.
4) Tranquillizzo il Belgio, non ho conflitti di interessi perché non parlo mai di Fiorentina 5) I potenti poche volte cercano giornalisti tifosi, cercano giornalisti intelligenti. Ringrazio ancora l’Avvocato per come mi ha cambiato la vita, (fu il primo che mi scelse quando avevo 38 anni) ma non sono mai stato per la squadra che presiedeva. E a lui non interessava per niente.