Un cappuccino con Sconcerti: il Milan perde campioni a zero e diventa impopolare, ma è un male necessario
Mario Sconcerti
C’è qualcosa di affascinante nel bisogno di dissolvenza che il Milan sta confermando. Perdere in un anno solare Donnarumma, Calhanoglu, Kessie e Romagnoli senza incassare un euro credo ne faccia la società più generosa nella storia del calcio. Non è facile comprendere come si possa mandare a fine contratto questo tipo di giocatori. Però il Milan lo fa e Gazidis non è un principiante, sa quel che perde. Perché allora lo fa? La risposta c’è ed è una buona risposta, ma non piace a nessuno: perché non si può spendere più di quello che si incassa. Vincere a debito è un’operazione che il Milan ha fatto altre volte, ma si stancò di pagare perfino Berlusconi; la Juve va avanti ad aumenti di capitale, l’Inter ha ipotecato se stessa per garantire una parte del debito. Ascolta "Il Milan perde campioni a zero e diventa impopolare, ma è un male necessario" su Spreaker.
Il Milan è la prima società ad aver segnato un confine preciso: chi accetta il compenso è benvenuto, chi cerca di più è libero. La verità è in divenire, ma c’è qualcosa di eterno e condivisibile nell’avere un coraggio così chiaro. Perché è molto impopolare, ci si accolla una fatica immane. Non so come finirà, ma temo che essere impopolari oggi sia un male diventato necessario.