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  • Un cappuccino con Sconcerti: I presidenti non credono ai guadagni del calcio. Eppure se investono ora...

    Un cappuccino con Sconcerti: I presidenti non credono ai guadagni del calcio. Eppure se investono ora...

    • Mario Sconcerti
      Mario Sconcerti
    Forse ci sono ancora pochi imprenditori di calcio. Per quasi nessuno il calcio è la prima occupazione, non hanno nel calcio il piacere del rischio imprenditoriale che hanno nella loro occupazione originale. Scelgono solo un buon tecnico e il dirigente che riesca a colmare il vuoto, cioè trovare un centravanti, non un progetto d’investimento, un colpo di fantasia. Eppure il costo medio dei giocatori è crollato del 30/40 per cento, e con quel prezzo si sono abbassati anche gli ingaggi.

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    E’ molto simile a un crollo strutturale della borsa, non un giorno di discesa, ma un tempo indeterminato. Cosa capita si faccia in questi casi? O si toglie quel che rimane dei titoli o ci si precipita a rilanciare l’investimento approfittando dei nuovi prezzi. Gli imprenditori del calcio non ci pensano nemmeno. Nei loro ambienti lo farebbero, nel calcio no. Non ne hanno la cultura, non capiscono bene cosa producono. Per il ricco presidente occuparsi di calcio resta comprare il centravanti. E’ previsto spenda, non che faccia guadagnare la sua squadra. Eppure chi spendesse cento milioni oggi per sei giocatori, quindi buoni giocatori, tra due anni guadagnerebbe quanto partecipare a una Champions o avrebbe ancora sei buoni giocatori. Matematico.

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