Un cappuccino con Sconcerti: Elkann alla Continassa, una visita che sa di perfidia più che di colpo di stato
Mario Sconcerti
Può darsi che ieri John Elkann avesse solo voglia di vedersi un allenamento della Juve e che quella di ieri sia stata una delle quattro/cinque volte in cui ha il dovere di presenza alla Continassa, ma è non facile pensarla così. Sa benissimo che molte delle cose che fa un uomo della sua importanza vengono interpretate in modo politico, raramente si danno in conto al caso. Se Elkann è andato a trovare la Juve e ha parlato a lungo con suo cugino Andrea credo ci sia poco di casuale. Non significa che abbia dichiarato lo stato di crisi, avesse voluto questo avrebbe parlato con suo cugino in spazi privati, non nel cuore della Juve. C'è qualcosa di diverso.
L'impressione è che Elkann abbia voluto ribadire a un Agnelli che il padrone è lui. Che basta una sua visita per mettere in agitazione l'Italia che gira intorno al mondo del cugino. Non è la visita della proprietà a una dirigenza. Elkann non ha ereditato la Exor, gli è stata data. Né Andrea può essere giudicato un dirigente, è dentro la Exor anche lui. Questa visita profuma più di perfidia che di colpo di stato.