Un cappuccino con Sconcerti: da Vieri e Inzaghi a Lukaku e Immobile, è tempo di chiederci quanto valgono i gol in Italia
Mario Sconcerti
C’è qualcosa che non cresce più nel nostro modo di fare gol. Non è solo un limite di Immobile, è un limite del nostro calcio questa difficoltà a produrre attaccanti universali. Gli ultimi sono stati Inzaghi, Vieri, Baggio, storie degli anni novanta. Poi siamo dovuti passare per Shevchenko, Del Piero, in parte Toni. Lo stesso Totti, non ha avuto grandi riscontri internazionali. La domanda allora diventa: quanto si è sminuito il valore del gol in Italia? La risposta aiuta la comprensione delle difficoltà attuali. Dal duemila fino al 2015 i grandi attaccanti sono stati essenzialmente stranieri: Crespo, Trezeguet, Shevcenko, Ibrahimovic. Ma anche in questo settore già spuntavano Cavani e Higuain, che non peseranno a livello internazionale. Il miglior italiano diventa Di Natale, scomparso in maglia azzurra. Ascolta "Da Vieri e Inzaghi a Lukaku e Immobile, è tempo di chiederci quanto valgono i gol in Italia" su Spreaker.
Poi, dal 2015, scende il livello comune, di italiani e stranieri. Vincono Dzeko, Icardi, Quagliarella, Immobile, Cristiano Ronaldo nel suo modo assolutamente isolato, di nuovo Immobile. In sostanza, fare gol in Italia non ha più un’ importanza assoluta, conta quanto segnare in Turchia. E vale anche il rovescio: Lukaku ha segnato in Italia ma non Inghilterra, Abraham molto in Italia ma non al Chlesea, Vlahovic vedremo, Scamacca vedremo ancora di più. Colpa nostra?