AFP via Getty Images
Un cappuccino con Sconcerti: cosa c'è dietro il caso Lautaro, da Lukaku a Dzeko
A cosa è dovuto il brutto momento di Lautaro? Il primo dato non è pessimo: Lautaro non segna da due mesi, ma è ancora il quarto miglior attaccante del campionato con 11 reti. Dietro Immobile e Vlahovic, lontani, e Simeone che ha un gol in più. E nettamente davanti a Scamacca di cui si parla molto, a Ibrahimovic, Giroud, Dybala, Morata, Raspadori. Nelle tre stagioni all’Inter ha segnato prima 6 gol, poi 14, poi 17. Se stavolta è a 11 a tredici giornate dal termine, è dentro la sua media migliore.
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Il vero cambio subito da Lautaro è la diversità del partner. Lukaku era uno che gli toglieva avversari lasciandogli solo il compito di tirare. Dzeko lo cerca da dietro, spesso gli appoggia il pallone, non lo smarca. Lautaro perde in quel tempo le sue doti migliori che sono rapidità e precisione di tiro. Deve fare di più perché ha 24 anni e gioca in una squadra che ha un ottimo gioco d’attacco. Deve continuare la sua crescita, ma non sarà mai uomo da trenta gol. E’ una prima punta, non un centravanti. Il suo bello è apparire dal buio, improvvisamente. Lì è letale. Oggi gioca in piena luce.
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Il vero cambio subito da Lautaro è la diversità del partner. Lukaku era uno che gli toglieva avversari lasciandogli solo il compito di tirare. Dzeko lo cerca da dietro, spesso gli appoggia il pallone, non lo smarca. Lautaro perde in quel tempo le sue doti migliori che sono rapidità e precisione di tiro. Deve fare di più perché ha 24 anni e gioca in una squadra che ha un ottimo gioco d’attacco. Deve continuare la sua crescita, ma non sarà mai uomo da trenta gol. E’ una prima punta, non un centravanti. Il suo bello è apparire dal buio, improvvisamente. Lì è letale. Oggi gioca in piena luce.