Un cappuccino con Sconcerti: calcio e Covid, che ne sarà di noi con dirigenti così?
Adesso sappiamo che se una squadra in balia del virus ha almeno tredici giocatori non contagiati ha l’obbligo di giocare la partita. Se non se la sente o non riesce a fare una formazione, pazienza, le verrà data la sconfitta a tavolino. Lo ha deciso la Lega calcio, cioè il consiglio che rappresenta le venti società di A. Che mancasse una regola di riferimento era chiaro, che si sperasse in qualcosa di più umano, di logico ed attuabile anche. Tra l’altro il calcio oggi si gioca in sedici. Ma se ci sono tanti malati non preoccupatevi, ne bastano anche meno. Se poi i sani rimasti non si sono potuti allenare, se sono corsi dietro al tampone per giorni o sono stati in pensiero per sé e la famiglia, nessun problema. Il rimedio c’è: per una volta non giocherete. Potete stare tutti a casa. Ma una volta sola a campionato, non di più, è un favore che vi facciamo. Se non guarisci in fretta la partita dopo la perdi a tavolino.
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Solo che il Covid non è l’influenza, non passa in una settimana. Che sarà del Genoa alla partita successiva? Che sarà di tutti noi con dirigenti così? Non potremmo ammalarci con più serietà?