Un cappuccino con Sconcerti: a Ronaldo interessano i propri record, la Juve è un mezzo per raggiungerli
Spero non ci sia nessuno che pensi sia stato Pirlo a tenere fuori Ronaldo. O che Pirlo avrebbe dovuto accettare il riposo ma portandolo comunque in panchina pronto a fargli fare sull’uno a uno almeno venti minuti finali. O ancora che Ronaldo sarebbe dovuto andare a Benevento perché un leader non lascia mai sola la sua gente. O infine che, se proprio voleva riposare, avrebbero dovuto fermarsi in Champions visto che la qualificazione è già sicura. Sono tutti errori di ingenuità.
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Non si può ragionare con la normale logica del calcio quando si parla di Ronaldo. Nessun allenatore decide per lui, è lui che comunica cosa decide. Il tecnico ne prende atto. Seconda risposta: Ronaldo non è il leader della Juve, ma solo di se stesso. Pensa ai suoi gol e a quello che può perpetrarlo nel tempo. Per questo ha scelto di riposare in campionato, per giocare in Champions. Che la Juve sia qualificata gli fa piacere ma sono le proprie statistiche a interessarlo di più. I gol, le presenze in Coppa, la storia del dopo di lui. A 35 anni, la Juve per Ronaldo è un mezzo, non un fine.
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Non si può ragionare con la normale logica del calcio quando si parla di Ronaldo. Nessun allenatore decide per lui, è lui che comunica cosa decide. Il tecnico ne prende atto. Seconda risposta: Ronaldo non è il leader della Juve, ma solo di se stesso. Pensa ai suoi gol e a quello che può perpetrarlo nel tempo. Per questo ha scelto di riposare in campionato, per giocare in Champions. Che la Juve sia qualificata gli fa piacere ma sono le proprie statistiche a interessarlo di più. I gol, le presenze in Coppa, la storia del dopo di lui. A 35 anni, la Juve per Ronaldo è un mezzo, non un fine.