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  • Fiorentina: la fine di Roncaglia

    Fiorentina: la fine di Roncaglia

    • Luca Cellini

    Quando Nenad Tomovic, che nasce centrale difensivo e che l'anno prima al Lecce veniva impiegato come esterno sinistro, ti supera nelle gerarchie per il ruolo di terzino destro. Quando si decide di passare ad un pacchetto arretrato a tre, pur con carenza di esterni bravi a fare le diagonali di chiusura. Quando l'ultimo arrivato, Diakité gioca quattro gare consecutive, avendo svolto sì e no un paio di allenamenti con i compagni, capisci che il tuo posto a Firenze non solo è messo in discussione, ma che i titoli di coda di un film intenso nel primo tempo, e con qualche gaffe di troppo nella ripresa, si appresta ad essere concluso. 

    Il destino di Facundo Roncaglia alla Fiorentina sembra già segnato tre mesi prima della conclusione della stagione. Il primo acquisto della nuova gestione sportiva, firmata Pradè-Macia, di fatto forse in coabitazione con quella vecchia rappresentata da Pantaleo Corvino, si avvia a una cessione nel prossimo mercato estivo, senza ulteriori ripensati sia da parte del club che dallo staff tecnico.


    Quel mastino per cui si erano sprecati anche fiumi di inchiostro ed un paio di libri sugli aforismi a lui dedicati, giocando sulle capacità miraboliche dell'ex Boca Juniors, per un paio di entrate a gioco duro ammirate nel primo ritiro di Moena, sembra oggi un gattino bagnato, che si spaventa alle prime difficoltà e che va in apnea davanti a Pusic, onesto attaccante dell'Esbjerg, che racconterà un giorno ai nipoti di aver segnato alla Fiorentina in un freddo pomeriggio di febbraio.
    Facundo Roncaglia è durato quanto una stagione, tre mesi, massimo qualche settimana in più: qualche gol da cineteca: al Parma un anno fa e al Napoli, poco meno, complice in quest'ultimo caso il peggior Morgan De Sanctis, poi però ha collezionato figuracce assortite, con mancate marcature, rigori causati e qualche cartellino di troppo.

    Montella prima gli ha preferito come detto Tomovic, poi ha cambiato la difesa, istruendo Cuadrado a fare una full-immersion difensiva (guardate i primi cambi quando la situazione si mette male: il colombiano a fare il terzino, Roncaglia fuori), poi ha promosso titolare Diakité, non certo Ardico Magnini. Dopo le lusinghe dello Zenit San Pietroburgo, negate all'ultimo 'Pitti Immagine' da Luciano Spalletti, pare essersi fatto avanti qualche club inglese. E la Fiorentina già si frega le mani visto che il classe '87 di Chajari è arrivato a Firenze a parametro zero, e a qualsiasi cifra venisse venduto, varrebbe in casa gigliata una plusvalenza. Roba che chi tiene i conti in sede a Firenze tutt'altro che sottovaluta. 


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