Ulivieri risponde ai lettori di CM: quello che penso veramente di Sacchi e Zeman
Da questo appuntamento, oltre al consueto punto settimanale, Renzo Ulivieri ritorna anche sui commenti fatti dai lettori di Calciomercato.com all'intervento della settimana precedente.
In particolare, Ulivieri aveva definito il Barcellona di Pep Guardiola migliore del Milan di Sacchi e dell'Ajax di Cruyff ("Non ce n'è per nessuno in confronto a questa squadra", aveva detto il presidente dell'Associazione italiana allenatori), suscitando una discussione fra chi si è dichiarato d'accordo e chi (anche nettamente) contro.
"Le squadre del passato ormai fanno parte del mito - spiega Ulivieri -. Io ho visto il grande Real Madrid di Di Stefano, la grande Ungheria... Io me le ricordo tutte le grandi squadre. Queste sono discussioni estetiche, riguardo alla bellezza del calcio. E quindi, da questo punto di vista, sono valutazioni soggettive. A me il calcio del Barcellona entusiasma, mentre ad altri magari piace il calcio all'inglese, con palloni alti e duelli arei di testa. La valutazione è puramente estetica e sul bello credo che sia legittimo discutere. Alla fine, restiamo ognuno della sua idea, a uno piacciono le bionde e un altro le more...".
Parlando di grandi squadre, e in particolare del Milan di Sacchi, la discussione, fra i lettori, si era fatta accesa riguardo al ruolo di Sacchi nella storia del calcio italiano. Per alcuni è stato un rivoluzionario e un innovatore, per altri ha utilizzato soprattutto tattiche difensive (fuorigioco, pressing alto) e ha avuto la fortuna di avere a disposizione calciatori straordinari. Le come colloca Sacchi nella storia del calcio italiano?
"I maestri del calcio italiano sono stati diversi. Sono stati tanti quelli che hanno dato un indirizzo. Corrado Viciani per il gioco corto, Sacchi per il sistema difensivo e per tutto quello che riguardava il lavoro di non possesso palla, Zeman è stato un maestro dell'attacco, Ventura oggi è un altro maestro dell'attacco, per altri versi e per altri. Tutto questo senza offendere nessuno. E non vuol dire che Sacchi non abbia pensato al gioco offensivo: noi allenatori siamo andati a vedere il lavoro di Sacchi per quanto riguardava il lavoro di difesa e il lavoro di non possesso palla, siamo andati a vedere Zeman per quanto faceva in fase offensiva".