Ulivieri a CM: 'Ecco perché l'Inter ha scelto Inzaghi. Vi spiego le difficoltà di Pirlo alla Juve. E Spalletti a Napoli ci farà vedere novità'
Cosa l’arrivo di Inzaghi e l’addio di Conte, cosa perde e cosa guadagna l’Inter, secondo lei?
“Ci sono dei codici che Inzaghi dovrà assolutamente mantenere e vedrete che li manterrà. Mi riferisco soprattutto ai movimenti delle due punte lì davanti, che nella stagione appena conclusa sono stati determinanti. Conte è un allenatore incisivo e ha messo pesantemente mano su questo gruppo, modellandolo come lui sa fare”.
L'Inter ha scelto Inzaghi per dare continuità al progetto?
“Sì, quella dell’Inter è stata una scelta logica da parte di un club che non vuole disperdere il lavoro di un allenatore così penetrante come Conte. I calciatori hanno perso una guida, sarebbe stato un rischio eccessivo togliere loro anche le sicurezze cui si sono aggrappati per arrivare allo scudetto, facendoli ricominciare da un nuovo progetto tecnico-tattico”.
Si aspettava che Conte salutasse in anticipo?
“Francamente, no. Solitamente sono le società a prendere simili scelte, ma devo dire che una volta, per motivi diversi, è capitato anche a me di andare via perché ritenevo dannoso proseguire il mio percorso. Ero al Vicenza, in Serie B. Con i calciatori si era creato un rapporto troppo intimo, ci si voleva troppo bene e il rischio era quello di confondere i ruoli. Chiamai in raccolta la squadra e gli dissi che sarei andato via, piangemmo. Avevo con me uomini come Di Carlo e Viviani. È vero, andai al Bologna, ma quel Bologna era una categoria sotto al Vicenza. Lasciai la B per andare in C“.
Tornando a Conte, sorprende ancora il suo modo di incidere in così poco tempo?
“No, mi avrebbe sorpreso vederlo navigare a metà classifica senza obiettivi. Perché quando una squadra si addormenta, ci pensa lui a trovare il modo di svegliarla”.
A inizio stagione si era sbilanciato molto in favore di Pirlo…
“Avevo detto che è un gran conoscitore di calcio e lo ribadisco. Alla Juventus ha incontrato difficoltà di altro tipo. Ha trovato una squadra senz’anima, perché sta sbiadendo il contributo dei vari Chiellini, Buffon e Bonucci, che in questi anni sono stati una colonna del club. Lui, come Gattuso, ha sofferto molto, ma sono proprio queste le stagioni che rafforzano gli allenatori, che insegnano loro qualcosa. Sono queste stagioni che riempiono d’esperienza il bagaglio. La Juventus non ha trovato continuità, che paradossalmente si trova vincendo quando giochi male. I bianconeri, invece, tutte le volte che hanno giocato male sono stati puniti. Torniamo al discorso dell’anima. E poi mi lasci dire anche una cosa”.
Dica.
“Sono felice per la scelta di De Zerbi, che ha deciso di mettersi in gioco andando allo Shakhtar. Noi allenatori italiani dobbiamo ricominciare ad andare all’estero, anche perché quando ci andiamo, vinciamo. È successo tante volte anche in passato. I posti di lavoro sono pochi, è necessario studiare anche le lingue e andare in altri campionati. Siamo una nazione in difficoltà, dobbiamo prendere in considerazione tutto”.
Mentre Spalletti ha finalmente trovato squadra.
“Lui fa parte dei grandi, come Conte e Allegri. Non si ferma mai, è uno che studia in continuazione e anche in questi due anni non è sicuramente stato fermo a girarsi i pollici. È in continuo aggiornamento, lui come tutto il suo staff. Avrei dovuto vederlo l’altra sera, quando i ragazzi del corso (Del Piero, Vieri, De Rossi, Toni, ecc) sono stati a casa sua. Mi hanno detto che è stata una bellissima serata, ma io purtroppo avevo un impegno col calcio femminile e non ho potuto prendere parte. Però l’ho sentito, al suo ritorno vi farà vedere altre novità”.